venerdì 7 agosto 2009

Sulla felicità

Ecco un estratto da un articolo che ho letto sull'Internazionale di questa settimana. L'autore è Pico Iyer e scrive per il New York Times.

[...] Non ho la bici ne la macchina, la tv non la capisco e non ho altri mezzi di comunicazione. Le mie giornate sembrano durare un'eternità, eppure non mi viene in mente niente che mi manchi. Non sono un monaco buddhista e non posso dire di amare la privazione o l'idea di dover fare un'ora di strada per stampare l'articolo che ho scritto. Ma a un certo punto ho deciso che, almeno per me, la felicità non stava in tutto ciò che volevo o di cui avevo bisogno, ma in tutto ciò che non volevo. Così ho cercato di capire cos'è che davvero conduce alla pace interioreo alla concentrazione, che è il punto più vicino alla comprensione della felicità a cui io sia mai arrivato. [...] Forse la felicità, come la pace o la passione, arriva soprattutto quando non la cerchi. Se preferite la libertà alla sicurezza, se state più comodi in una stanza piccola che in una grande e trovate che la felicità consista nel far corrispondere i desideri alle necessità, allora non è correndo come pazzi che troverete la gioia.


PS: Quel che c'avemo c'avemo, e quel che c'avemo è necessario.

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