domenica 27 settembre 2009

Essere forti

L'uomo forte deve possedere queste doti:
  • Resistenza: poter eseguire, senza debolezza, un lavoro prolungato e di sopportare ogni genere di fatica - temprati al freddo, al caldo, alle intemperie.
  • Potenza muscolare: poter eseguire, con ogni parte del corpo, sforzi sufficienti in tutti i sensi.
  • Velocità: capacità di poter fare gesti vivi - scatti rapidi - partenze istantanee ad un dato segnale.
  • Abilità: destrezza, non solamente nel servirsi dei propri muscoli e utilizzare le proprie attitudini per raggiungere un preciso risultato, ma anche nell'economizzare le proprie forze per ritardare la comparsa della fatica.
  • Qualità del carattere: energia, volontà, coraggio, sangue freddo, colpo d'occhio, decisione, fermezza, tenacia, resistenza ai dolori fisici e morali.
  • Sobrietà: temperanza e frugalità nel bere e nel mangiare.

da "Le code de la Force" di Hébert

Qualche attinenza con l'Esprit Yamak?
Molti nomi, una via..


ps: qualche settimana fa (ma me ne sono accorto solo oggi) anche Dan di pkgen ha scritto qualcosa sull'essere forti, prendendo la questione dall'altro verso.. Ovviamente mi trova d'accordo, ma voglio vederci una certa complementarietà. Voglio capire me stesso ma, nel frattempo, voglio essere forte. Che pretese, eh?!

mercoledì 23 settembre 2009

Operazione Castello

Portata a termine, nei giorni scorsi, l'operazione in codice Castello.
Dopo aver individuato tre possibili vie di infiltrazione per il Castello di San Vigilio, si è proceduto all'invasione della antica rocca medievale. Malgrado la strenua difesa, la fortezza è caduta.

Ok, scherzi a parte, ecco i 3 problemi risolti. Sempre in free solo ma, questa volta, in diurna.


domenica 20 settembre 2009

Gioia relativa

S'è conclusa poche ore fa la prima edizione dell'Urban Raid, una competizione che ha unito diverse discipline: mountain bike, orienteering, trail running.
Nello specifico si è articolata così: 18,2 km di MTB (più 2 facoltativi), una discesa con la corda dalle mura di Città Alta, una prova di orienteering di circa 5 km, un tracciato di trail running di 8,5 km (14 km il facoltativo) e, per finire, un volo su una carrucola.

La nostra squadra, il team Hébert, ha conclusa la prova in 2 ore e 45 minuti, ai quali poi sono stati sottratti 25 minuti per svariati motivi (le regole comprendevano degli obiettivi fotografici e altre cose). Bene, è stato soddisfacente riuscire a portare a termine la prova (durissima, per me). Rimane un po' di amarezza nel sapere che gli altri componenti del team avrebbero sicuramente fatto meglio se non avessero dovuto aspettarmi (soprattutto nell'ultima parte del trail running, ero veramente spaccato). Quindi gioia relativa per me.

Grazie al Simù (che, tra l'altro, giusto domani si laurea) e al Vi (il solito uomo d'acciaio) per questo intenso allenamento!

giovedì 17 settembre 2009

Infortuni pesi

Giugno '94
Mi arrampico su un ciliegio enorme, una ventina di metri, mia madre presa dall'entusiasmo mi segue. La osservo dall'alto, come al rallentatore: cade, cozza contro alcuni rami e poi si schianta al suolo. Si è rotta una vertebra lombare. E' rimasta a letto per un mese poi ha tenuto un busto rigido per altri 3 mesi. E' tornata a camminare ed arrampicare.


Agosto '09
Naoki Ishiyama, un traceur giapponese a Londra per studiare, si è rotto la schiena cadendo da un albero durante un allenamento. Settimana scorsa è stato rimpatriato in Giappone ed è in attesa di essere operato. C'è la possibilità che non rimanga paralizzato.

Non conosco Naoki ma posso facilmente immedesimarmici. Vedere qualcuno cadere è come cadere. Qui c'è il link all'iniziativa di raccolta fondi per l'operazione: PkGen's Naoki.

domenica 13 settembre 2009

Ispirazioni cinematografiche

Rapa Nui è un film degli anni novanta che narra della catastrofe demografica dell'Isola di Pasqua. Quando penso al metodo naturale, immancabilmente, la mia mente va a questo film. Per me è una grande ispirazione, oltre che ad un bel film. Lo consiglio a tutti (potete vederlo qui)!

Già che ci sono elenco qualche altro film che, in un modo o nell'altro, può essere di grande ispirazione:
  • Rocky 4: la scena dell'allenamento (eccola)
  • L'ultimo dei Mohicani: la scena della caccia (eccola) e la scena finale (eccola)
  • L'impero colpisce ancora: su dagobah, un po' forzata ma passatemela:) (eccola)
Siccome sono sempre a caccia di spunti (e di buoni film!), vi prego di elencare tutti quelli che vi vengono in mente e che siano attinenti all'allenamento naturale e allo spostamento (ovviamente tralasciate i vari Banlieue e Yamak)..

mercoledì 9 settembre 2009

Sarà..

Sarà che ho ritirato fuori dall'armadio i miei pantaloni verdoni.
Sarà che ho tagliato un po' i capelli.
Sarà ch'è la fine dell'estate.
Soprattutto sarà che mi sono allenato per 15 giorni di fila.
Mi sento in forma smagliante!

Oggi mi sono sparato un allenamento in solo di 2 ore nel quale ho sbloccato dei movimenti che mi sconfiggevano da mesi (o anni?), li ho fatti tutti, alla perfezione, di fila.. Mi sentivo potente e leggero, in piena forma. Cazzo che bello quando si è al 100%!
Ok, scusate l'inutilità di questo post, ma volevo avere una documentazione di questo periodo decisamente favorevole (mi servirà nei prossimi periodi di magra;)).

Sopravvivenza

Questo weekend ho seguito un corso di sopravvivenza. In pratica il nostro gruppo (formato da una decina di persone più 4 istruttori) ha passato due giorni di isolamento in montagna con questa attrezzatura: i vestiti che si indossano più una giacca non impermeabile, un coltellino, 4 litri d'acqua; inoltre ci sono stati consegnati, alla partenza, alcune mannaie e seghetti, dei teli impermeabili, dei guanti da lavoro ed un fiammifero a testa, un sacco di tela e dei cordini per farne uno zaino.
Durante il periodo del corso ci sono state impartite delle lezioni "teoriche" intervallate a delle prove pratiche. Gli argomenti trattati comprendevano il reperimento dell'acqua, l'accensione del fuoco, l'attraversamento sicuro di ponti di corda e fiumi, l'allestimento di un rifugio, la costruzioni di un'arma e altro ancora.

Le prova più dura è stata senza dubbio il digiuno di 36 ore: a parte le 4 ore di sonno che sono riuscito a fare e qualche ora di riposo vicino al fuoco, il resto del tempo l'abbiamo passato a camminare, trasportare legna, preparare rifugi, attraversare torrenti. Tutte attività abbastanza dispendiose: alla fine il corpo era indebolito e la mente un po' appannata, ma ho capito che avrei resistito più a lungo. Prima lezione.
Altro grosso disagio è stato il freddo notturno. Malgrado alcuni di noi, fortunatamente, siano riusciti ad accendere il fuoco e malgrado siano stati fatti i turni per tenerlo vivo; malgrado i bivacchi di fortuna e il letto di foglie; malgrado la giacca e le pietre scaldate infilate nelle tasche; malgrado fossimo a settembre, faceva un freddo cane. Il fuoco ci ha salvati. Seconda lezione.
Senza una grossa lama non avremmo potuto accendere il fuoco. Preparare minuziosamente l'esca, spellare gli stecchi, staccare la corteccia ai bastoni e spaccare i tronchi sono solo alcune delle attività impossibili senza una grossa lama. Terza lezione.

Qualche altra lezione random, appresa o elaborata.
  • 1 la testa, 2 l'acqua, 3 il fuoco.
  • In due giorni di digiuno ho bevuto non più di 2 dei 4 litri d'acqua che avevo, questo ci fa capire quanta acqua va persa nei processi digestivi e per cui è meglio non mangiare se non si ha acqua. Ricordarsi però di forzarsi di bere un po', se è possibile, altrimenti i reni ne risentono.
  • Conoscere almeno qualche nodo salva la vita, o quantomeno permette di risparmiare molte energie.
  • Se piove la prima cosa da fare è fare legna, poi costruire un riparo, poi preparare la legna e poi accendere il fuoco.
  • L'importanza di sapersi orientare (stelle, sole e altri metodi)
  • Un ottimo potabilizzante per l'acqua è il Betadine.
  • La legna non stagionata brucia maledettamente in fretta.
  • Il gruppo ogni tanto è un peso ma più spesso una risorsa.
  • L'importanza di avere un survival-tin con (meglio se personalizzato).


un survival-tin

mercoledì 2 settembre 2009

Soffia, soffia..

L'ossigeno atmosferico, comparso a seguito della diffusione della fotosintesi, diventa elemento necessario per i processi ossidativi del metabolismo degli organismi aerobi che possono, finalmente, colonizzare la terra ferma. Evolvono così numerosi organi per gli scambi gassosi, noi mammiferi abbiamo (insieme ad alcuni pesci, anfibi, rettili ed uccelli) i polmoni (interi libri riassunti in due frasi..).
La necessità di ossigeno dipende dal livello metabolico: tutte le attività che aumentano il consumo energetico aumentano il consumo di ossigeno, ad esempio l'attività motoria. I vertebrati possono, generalmente, adattarsi a necessità variabili mediante la modificazione della frequenza e dell'ampiezza degli atti respiratori. Nell'uomo la respirazione è controllata principalmente dal centro respiratorio bulbare, che risponde ai mutamenti del livello di idrogeno e anidride carbonica nel sangue ma anche alle variazioni di temperatura e di attività motoria.
Simbolicamente troviamo una relazione tra la respirazione e la vita spirituale nella letteratura, nella mitologia, nell'etimologia e nel linguaggio popolare. Alcuni esempi: il Pneuma greco (o soffio divino) è l'elemento costitutivo di ogni cosa, spirare significa morire ed anche soffiare, avere una brutta aria significa avere qualcosa che non và. Altri lavori (si veda Chiozza) si sono spinti più in là, identificando fantasie inconsce specifiche del polmone: ogni affezione organica diventa, quindi, psicosomatica. Viceversa ritengo che l'allenarsi a "utilizzare" i polmoni in modo "corretto" sia indispensabile non solo per la buona salute generale, ma anche per un'attività motoria efficiente e prolungata.

Nel corso della mia esperienza di atleta ho avuto modo di sperimentare l'importanza cruciale della respirazione in tutte le attività motorie (e non solo). Ho quindi svolto alcune ricerche nel campo dello Yoga, del Qi Gong, della medicina tradizionale e della fisiologia. Qui di seguito cercherò di ordinare le idee che mi sono fatto e che, spero, possano tornare utili. Non vuole essere una trattazione esaustiva, per approfondire consiglio di fare delle ricerche più accurate.


  • Respirazione diaframmatica: questo è il primo passo avanti. In tutte le scuole di arti marziali e di yoga la insegnano: bisogna respirare abbassando e alzando il diaframma, muovendo poco i muscoli intercostali e le clavicole. La respirazione diaframmatica avviene nelle parti più profonde e capaci dei polmoni che, invece, vengono lasciate inattive (con possibili ristagni di aria) nella respirazione alta. Si aumenta, così, il volume d'aria utilizzabile ad ogni inspirazione, si riduce il consumo energetico dell'attività respiratoria, aumenta l'efficienza dell'espirazione e si abbassa il baricentro. Un esercizio utile ad allenare il diaframma è la respirazione del cane (come la insegnava l'Horshumain): con la lingua fuori dalla bocca, compiere inspirazioni ed espirazioni molto rapide (tipo un cane stanco), in questo modo si usa solo il diaframma (attenzione a non prolungare troppo l'esercizio, si rischia l'iperventilazione). Il lavoro del diaframma, inoltre, pratica un benefico massaggio sugli organi sottostanti.
  • Respirazione completa: utilizza tutti i muscoli respiratori insieme, prima si abbassa il diaframma, poi si aprono le costole e, infine, si sollevano le clavicole. Ciò permette di massimizzare il volume polmonare (è infatti utilizzata da molti apneisti). L'espirazione è a carico del diaframma, che si alza a schiacciare i polmoni dal basso. Col tempo si riuscirà a compiere la serie di movimenti in maniera naturale e non frammentata.
  • Respirazione ritmica: può essere usata sia la respirazione diaframmatica che quella completa, ciò che importa è il ritmo. Si deve prendere come unità fondamentale il battito cardiaco (toccandosi il polso con le dita) e bisogna cercare di sincronizzare il respiro con un numero fisso di pulsazioni. In alcune scuole (indiane) si consiglia di usare 6 battiti per l'inspirazione, 3 per la retenzione, 6 per l'espirazione e altri 3 per l'interrespirazione (in generale l'importante è mantenere le proporzioni); altre scuole (soprattutto cinesi) raccomandano di far durare l'espirazione il doppio dell'inspirazione e di accorciare la retenzione e l'interrespirazione. Per i nostri fini è molto utile un altro tipo di respirazione ritmica, quella basata sul ritmo del movimento: ho trovato molto utile imparare ad aggiustare la mia frequenza ed intensità respiratoria sul passo della corsa. Così, in salita avrò un certo passo e ne conseguirà un certo ritmo respiratorio, in discesa sarà diverso. Per fare ciò utilizzo dei mantra, che mi invento di volta in volta, e che mi aiutano a tenere il ritmo e l'intensità costanti.
Quest'argomento è davvero enorme, c'è molto, molto più da dire. Solo una piccola nota: gli esercizi di respirazione non vanno presi alla leggera, possono permetterci di compiere azioni incredibili ma possono anche essere pericolosi se non si sà ciò che si sta facendo.