tag:blogger.com,1999:blog-28848957410965794132024-03-19T19:22:33.848+01:00squalo ragno elefante gattoPensieri, allenamenti ed altri incidenti..Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18212205800054977214noreply@blogger.comBlogger81125tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-65988484261957191662016-11-24T18:32:00.000+01:002016-11-24T18:32:34.696+01:00Il Parkour nel linguaggio dello spettacolo<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Introduzione: Parkour tra realtà e artificio<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<i><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">La
spontaneità è una posa difficilissima da mantenere.<br />
(Anonimo)<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Il parkour nasce come sistema per prepararsi a
superare qualsiasi ostacolo nel mondo reale, sia esso un salto tra due palazzi,
il superamento di una panchina nel parco o arrampicarsi giù per la parete di
una casa in fiamme. Per questo motivo la pratica del parkour è un allenamento
“ad obiettivo” che è funzionale, olistico e richiede continuo adattamento e
applicazione da parte del praticante. Oltre a questo, l’arte dello spostamento
offre un modo per utilizzare gli spazi pubblici in maniera creativa ed alternativa,
per esprimere un modo di essere in relazione con lo spazio che ci circonda.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Anche nel parkour, tuttavia, abbiamo diversi gradi di
“applicazione reale”. Ad esempio: prima imparo un volteggio su un materassone
in palestra, poi uso lo stesso movimento al parco su di un tavolo da picnic ed
infine divento capace di applicare quel movimento ad una situazione totalmente
reale come superare un ostacolo sconosciuto mentre fuggo da un cane da guardia.
In molti convengono con me nell’affermare che la pratica del parkour dovrebbe
renderci progressivamente più in grado di applicare le nostre abilità nel mondo
reale. Posso però assicurare che è difficile mettersi in situazioni che
richiedono la reale applicazione dell’allenamento svolto perchè è faticoso e
comporta un continuo conflitto con se stessi. Più facile è fermarsi e
continuare a migliorare le propria prestazione in ambiente controllato perdendo
di vista l’orientamento al reale.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Ninja Warrior (abbreviato NW) è un talent show, un
programma televisivo. Un gruppo di concorrenti si sfidano per arrivare alla
fine di un percorso ad ostacoli nel minor tempo possibile e senza cadere in
acqua. Essendo tutto predisposto e conforme a norme di sicurezza, possono
permettersi di trascurare cose che nel mondo reale sono importanti e viceversa.
Per esempio è importante arrivare in fondo (magari anche alla svelta) ma non è
importante non cadere (tanto sotto c’è l’acqua), è importante riuscire ad
arrivare sulla piazzola ma non come ci si arriva (tanto è imbottita di
gommapiuma), è importante imparare a resistere allo stress sociale della
telecamera mentre non è importante riuscire a vedere possibilità alternative al
percorso prestabilito.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Monument Crew (abbreviato MC) è una specie di reality
show in cui 6 atleti-attori vengono seguiti da una troupe mentre praticano (?)
nei pressi di famosi monumenti italiani. Ma non si tratta di un documentario.
La differenza tra un documentario ed un reality show è che il primo nasce per
descrivere e approfondire un fenomeno culturale cercando di ridurre al massimo
l’influenza dell’osservatore sul soggetto, il secondo è un programma di
intrattenimento che propone riprese dal vivo di situazioni reali o presunte
tali, della vita quotidiana di persone comuni. In MC ampio spazio viene
concesso alle dinamiche del gruppo e alla preparazione dei “trick” prima della
“run”. Obiettivo della puntata è quello di mettere in pratica la run sul
monumento designato, cercando di trovare un’applicazione semplice e finendo per
appiattire il fenomeno del parkour per renderlo comprensibile e comunicabile
senza troppa fatica.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">In entrambi questi programmi, NW e MC, è evidente come
la motivazione alla pratica è prevalentemente sostenuta da fattori esterni
(ovvero si rinforza quando l’individuo ottiene un riconoscimento dall’esterno).
Al termine della performance di NW l’atleta viene gratificato da applausi, luci
colorate, una bella classifica sui tempi e il bacio della fidanzata (che i
registi stanno bene attenti a non perdersi). In MC il momento della suspense,
il pathos creato ad arte dai registi, la speranza di diventare famosi sono
probabilmente elementi importanti nel gratificare gli atleti che vi
partecipano.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; color: #333333; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L’artificiosità (intesa come non autenticità) e la
motivazione estrinseca, tipici dello spettacolo, sono proprio i due fattori che
allontanano gli spettatori da una comprensione autentica del Parkour.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">La natura dello spettacolo: una metafora calzante</span></b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 141.6pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: right;">
<i><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">“Siamo tutti pronti ad abbattere una prigione, quando i cancelli stanno per
rinchiudersi su di noi. Ma che succede se non si odono grida d’angoscia? Chi è
disposto a prendere le armi contro un mare di divertimenti?</span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<i><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Da “Divertirsi da morire”, Postman 2003</span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Qualche anno fa ho visto uno show televisivo (ma allora si può fare anche
qualcosa di positivo con i media?) che ha solleticato la mia immaginazione per
gli anni successivi: Black Mirror. Tra le varie splendide puntate, ce n’è una
che si intitola “15 milioni di meriti” e che vi racconterò brevemente perchè trovo
che sia una metafora calzante di quello che vorrei spiegare. Sempre che non
vogliate guardarvela qui (Youtube: </span><a href="https://www.youtube.com/watch?v=9Nl6PeTNA_4"><span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">https://www.youtube.com/watch?v=9Nl6PeTNA_4</span></a><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">).</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 8pt;">Bingham Madsen, per gli amici Bing, vive in un futuro distopico nel quale <span style="background: white;">tutti devono pedalare su delle cyclette per poter dare
energia a ciò che li circonda e in cambio ottenere una valuta chiamata Merito.
Tutti indossano una tuta da ginnastica grigia e possiedono un avatar virtuale
che si può personalizzare con vestiti per pochi Meriti. In questo mondo le
persone sono costantemente circondate da schermi con programmi televisivi e
pubblicità e, se si tenta di chiudere gli occhi, un rumore fastidioso e un avviso
obbligano a tornare alla visione. Le persone dormono in cubicoli cosparsi
di schermi: spendendo dei Meriti è possibile saltare le pubblicità, e i Meriti
servono per qualsiasi servizio, dal dentifricio al cibo. Due tra i programmi
che vanno per la maggiore sono "Wraith Babes", una trasmissione
pornografica, e "Hot Shots", un seguitissimo talent show. Bing è
annoiato da questo tipo di società e passa le giornate nell'indifferenza
totale.</span></span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Guardando la puntata il mio pensiero va a due grandi
scrittori del secolo scorso, Orwell e Huxley, che hanno prospettato per noi un
futuro minaccioso. Mentre il primo (in “1984”) temeva l’avvento di un Grande
Fratello, un potere che opprime e controlla con la forza della tecnologia, il
secondo (in “Il mondo nuovo”) ci metteva in guardia da una dittatura
democratica che controlla i propri cittadini non attraverso le punizioni ma elargendo
i piaceri, scenario forse più attuale. </span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Altro grande saggio cui non posso non pensare è “La
società dello spettacolo” che Debord, intellettuale di formazione anarchica e
marxista, scrisse nel 1967. Emanuele Isidori lo riprende nel </span><a href="http://metis.progedit.com/anno-v-numero-2-122015-la-spettacolarizzazione-del-tragico/154-saggi/756-la-comunicazione-spettacolarizzata-una-riflessione-pedagogica-tra-debord-e-youtube.html"><span style="background: white; color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">suo
articolo</span></a><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;"> dal titolo “la comunicazione spettacolarizzata: una
riflessione pedagogica tra Debord e YouTube”, ci offre numerosi spunti di
riflessione. </span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Nella società prefigurata da Debord una comunicazione,
resa perenne spettacolo, è così pervasiva da influenzare tutti gli ambiti della
vita umana, dalla famiglia e al lavoro, dai sentimenti alle aspirazioni.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Tutto questo ha inizio quando la produzione
industriale smette di realizzare prodotti “autentici” (il cui valore dipende
dal lavoro necessario per realizzarlo e/o dalle materie prime utilizzate) per
concentrarsi su prodotti il cui valore è definito sulla base di come essi
appaiono. La volontà del cliente è che il prodotto contribuisca,
principalmente, allo spettacolo della sua vita. Si pensi, ad esempio, a come il
valore commerciale di un prodotto possa variare in base a design o brand.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Nella società dello spettacolo, tutto viene realizzato
e vissuto solo in funzione di come verrà percepito dagli altri
soggetti-spettatori. L’uomo contemporaneo cessa di valere per quello che “è” ed
inizia a valere per come “appare”. Anche i valori, una volta permanenti e
duraturi, diventano instabili e vengono adattati ad un sistema di apparenze
indefinito e mobile. Questa spettacolarità lo getta in uno stato di perenne
crisi di identità che rasenta l’incapacità di vivere un’esistenza autentica –
sia individualmente che socialmente – e spiritualmente profonda, perché sempre
banalizzata e resa superficiale dalla prostrazione alla “deità” dell’apparenza
(Menduni, Nencioni & Pannozzo, 2011 in Isidori 2015).</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Queste dinamiche sono sotto gli occhi di tutti noi
oggi, ma si vedono molto bene nella visione amplificata diretta da Euros Lyn
nella puntata di Black Mirror che continua così.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 8pt;">In bagno Bing origlia Abi, una donna la cui voce trova
bellissima, mentre canta una vecchia canzone forse ormai dimenticata: lo stile
è completamente diverso dalle canzoni pop proposte da Hot Shots. Lui la
incoraggia a partecipare al talent show, che offre alle persone la possibilità
di uscire da questa realtà simile alla schiavitù per raggiungere fama e
ricchezza. Abi, tuttavia, non ha abbastanza Meriti, inoltre ha la sensazione
che non riuscirebbe a cantare bene sotto pressione. Bing la persuade, convinto
che in quel mondo non ci sia nulla che valga la pena comprare, e acquista per
lei il biglietto, spendendo 15 milioni di Meriti. Lei accetta, e prima di
salire sul palco gli regala un origami di un pinguino, fatto da lei. Abi si
esibisce splendidamente, il pubblico virtuale è in visibilio. </span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Anche su questo si basa la società dello spettacolo,
il fatto che dà a tutti l’illusione della possibilità di diventare famosi. I
talent e i reality, sempre più pervasivi, non fanno che ricordarci che anche
noi potremmo essere lì in quel momento, a patto che improntiamo la nostra
esistenza sull’apparire costruendo e diffondendo un’immagine pubblica
facilmente spendibile. In linea con queste riflessioni l’industria
dell’intrattenimento rivolge le sue attenzioni al mondo dei giovani,
notoriamente buoni consumatori perché facilmente influenzabili. D’altra parte,
come si legge nel saggio di Isidori: “</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">nei confronti dei giovani la società dello
spettacolo si comporta in modo ambiguo e contraddittorio. Infatti, se da una
parte propone il mito dell’adolescenza e della gioventù come punto di
riferimento della cultura di massa (Danesi, 2006), dall’altra “insidia” ed
“attacca” invece la cultura giovanile con una “guerra” che ha lo scopo di
privarla di qualsiasi capacità di giudizio per trasformare i giovani in passivi
fruitori e consumatori di beni e servizi prodotti dalle imprese commerciali per
finalità legate al mero profitto economico ed al guadagno (Giroux, 2000)”.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 8pt;">Nonostante la splendida performance canora di Abi
l’industria dell’intrattenimento, incarnata da tre giudici, sceglie per lei il
futuro che meglio risponde alle esigenze del mercato, il porno: “o questo o la
bicicletta”, “pensa agli spettatori, la maggior parte di loro farebbero tutto
per essere al tuo posto in questo momento”.</span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 8pt;">Il povero Bing aveva ingenuamente pensato che la voce di Abi, così reale in
un mondo contraffatto, avrebbe potuto liberarla dal mondo della normalità. Invece,
la qualità più genuina di Abi, la voce, siccome non facilmente vendibile è
stata sacrificata a vantaggio di scopi più lucrosi. Ora milioni di spettatori
guardano le pubblicità dello show pornografico di Abi immaginandola felice e
realizzata.</span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Quando una popolazione è distratta da cose
superficiali (meccanismo non certo recente, si pensi al “pane et circenses”),
quando la vita culturale è diventata un eterno circo di divertimenti, quando
ogni serio discorso pubblico si trasforma in un balbettio infantile, quando un
intero popolo si trasforma in spettatore e ogni pubblico affare in un varietà
televisivo, allora la nazione è in pericolo: la morte della cultura è
chiaramente una possibilità (Postman 2003).</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Sembra che questa società dello spettacolo stia determinando
una regressione della cultura ridefinendo il rapporto di categorie opposte. La
forma diventa più importante della sostanza, la superficialità più interessante
della serietà, l’individualismo non è più bilanciato dalla solidarietà, la
gratificazione è immediata o non è. La ridefinizione dei valori è ora basata
sulla loro popolarità, sul gradimento della loro rappresentazione e sulla loro
capacità di essere mercificati. </span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 8pt;">Bing, dopo mesi di duro lavoro e preparazione, riesce
ad accedere al talent show. Dopo la sua finta performance attua il suo
sabotaggio: minacciando di uccidersi in diretta con una lama di vetro costringe
i giudici ad ascoltare il suo discorso critico: </span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 8pt;">«Io non ho preparato proprio nessun discorso, non ci
ho neanche provato. Volevo solo riuscire ad arrivare fin qui per farmi
ascoltare da voi. Per costringervi almeno una volta nella vostra vita ad
ascoltare davvero qualcuno invece di starvene lì a far finta di farlo. Vi
accomodate a quel tavolo, guardate verso questo palco e noi ci mettiamo subito
a ballare, a cantare, come dei pagliacci. Per voi non siamo delle persone,
voi non ci vedete come degli uomini quando siamo qui ma della merce. </span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 8pt;">E più siamo falsi e più vi piace perchè è la
falsità l’unico valore ormai, l’unica cosa che riusciamo a digerire..Anzi no!
Non l’unica, il dolore e la violenza: accettiamo anche quelli. Attacchiamo un
ciccione ad un palo e iniziamo a deriderlo perché crediamo sia giusto. Noi
siamo quelli ancora in sella e lui è quello che non ce l’ha fatta “ahah che
scemo!”. Siamo talmente immersi nella nostra disperazione che non ci
accorgiamo più di nulla. Passiamo la nostra vita a comprare cazzate. Tutto
quello che facciamo, i nostri discorsi, sono pieni di cazzate. “Insomma sapete
qual è il mio sogno? Il mio sogno più grande è comprare un cappello per il mio
avatar”: una cosa che neanche esiste! Desideriamo stronzate che neanche
esistono! E siamo stufi di farlo. </span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 8pt;">Dovreste darci voi qualcosa di reale ma non potete,
giusto? Perché ci ucciderebbe. Siamo talmente apatici che potremmo impazzire,
c’è un limite alla nostra capacità di meravigliarci. Ecco perchè fate a
pezzi qualunque cosa bella che vedete, e solo a quel punto la gonfiate, la impacchettate
e la fate passare attraverso una serie di stupidi filtri finchè di quella cosa
non rimane che un mucchio di inutili luci mentre noi pedaliamo,
giorno dopo l’altro, per andare dove?! Per alimentare cosa?! Delle celle
minuscole con dei piccoli schermi. E sempre più celle e sempre più schermi e
quindi fanculo! </span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 8pt;">Fanculo il vostro dannato spettacolo!
Fanculo! Fanculo voi che ve ne state lì e non fate nulla per cambiare le
cose! Fanculo le vostre telecamere e i vostri maledetti canali! E fanculo
tutti per aver trattato la cosa più cara che avevo come se non valesse nulla,
per averla afferrata e trasformata in un oggetto, in un giocattolo, l’ennesimo
orribile giocattolo in mezzo a milioni di altri! Fanculo! Fanculo a tutto
quanto! Fanculo per me, per noi, per tutto il mondo! Fanculo!»</span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Conclusione: cosa ci rimane?<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<i><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Perché
la società dovrebbe sentirsi responsabile soltanto dell’educazione dei bambini,<o:p></o:p></span></i></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<i><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;"> e non dell’educazione degli adulti di ogni
età?<br />
(Erich Fromm)<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">In primo luogo ci rimane tanto da fare, e non certo
una guerra al progresso. Le nuove tecnologie ci offrono (e ne offriranno sempre
più in futuro) nuovi strumenti per raggiungere più persone, per comunicare e
per educare: le frontiere dell’educazione si stanno spingendo verso un uso
sempre più massiccio della rete e della realtà aumentata come supporto per
nuove forme di apprendimento (si veda ad esempio Kirkley & Kirkley 2005).
Dal rilascio di PokemonGo, l’estate scorsa, sono stati scritti diversi articoli
(anche se è doveroso dire che di dati ce n’è pochi) in cui si sottolinea come
questo tipo di tecnologie abbia un potenziale impatto positivo nella promozione
dell’attività fisica, soprattutto in adolescenti e preadolescenti (si veda
Piercy & Vaux-Bjerke 2016). </span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Possiamo estendere questo tipo di osservazioni sulla
promozione dell’attività fisica a spettacoli televisivi come NW e MC? Forse,
almeno parzialmente. E occorre fare un’altra osservazione.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4r4Mofyh17A_a4oql0qUiyLnaN9q-1nG5Yxpvas3rE7QVT7qt0Z1z8VXbU5T15U54GQPSZXvShVZs8mDeXPZC-tCNNSaJzwPwrZNB3imN4xPskdR1-mswWdC5TWFWsdn2QKMGWZ3CrU4/s1600/nw.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4r4Mofyh17A_a4oql0qUiyLnaN9q-1nG5Yxpvas3rE7QVT7qt0Z1z8VXbU5T15U54GQPSZXvShVZs8mDeXPZC-tCNNSaJzwPwrZNB3imN4xPskdR1-mswWdC5TWFWsdn2QKMGWZ3CrU4/s320/nw.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">A proposito di codici culturali, ecco l'anteprima che NW ha usato sui social..</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<!--[if gte vml 1]><v:shapetype id="_x0000_t202"
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<![if !mso]>
<table cellpadding=0 cellspacing=0 width="100%">
<tr>
<td><![endif]>
<div>
<p class=MsoCaption>
A proposito di codici culturali, ecco l'anteprima che
NW ha utilizzato nella condivisione sui social<b><span style='font-size:
12.0pt;font-family:"Arial","sans-serif";mso-fareast-font-family:"Times New Roman";
color:black;background:white;mso-no-proof:yes'><o:p></o:p></span></b></p>
</div>
<![if !mso]></td>
</tr>
</table>
<![endif]></v:textbox>
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</v:shape><![endif]--><!--[if !vml]--><!--[endif]--><!--[if gte vml 1]><v:shapetype
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</v:shape><![endif]--><!--[if !vml]--><!--[endif]--><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Oggi il
potere si esercita fondamentalmente a partire dalla produzione e diffusione dei
codici culturali, degli atteggiamenti e dei valori contenuti nelle informazioni
che vengono diffuse, più o meno tacitamente o subdolamente, dai media (McLaren,
Macrine & Hill, 2010 in Isidori 2015).</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Il problema risiede proprio qui, nei
codici culturali che vengono selezionati e rappresentati; abbiamo già cercato
di chiarire da chi e per quale motivo: ricordiamoci che NW e MC rimangono,
nella loro struttura di base, degli show il cui scopo è di spettacolarizzare
una merce per poterla vendere meglio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">In questi anni, tuttavia, abbiamo potuto apprezzare
anche fenomeni mediatici di altro tipo, questi decisamente positivi. Queste
iniziative hanno scopi radicalmente diversi e, guarda caso, si esprimono
attraverso forme radicalmente diverse. Una di queste iniziative è il progetto
di Julie Angel “See&Do” (www.see-do.com): lo scopo di questo progetto, come
si può leggere nel sito, è quello di normalizzare l’immagine della donna come
attrice in diverse attività outdoor come Parkour e Bouldering. See&Do
documenta coloro che già sono attivi/e nella speranza di creare opportunità perchè
altri/e possano provare. Il mezzo scelto è il social media e l’intento è
chiaro: contrastare stereotipi e passività, facendo leva sul senso critico e la
voglia di mettersi in gioco.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Proprio la passività e la mancanza di criticità
rimangono le maggiori sfide che l’educazione deve affrontare nell’era della
società dello spettacolo e della rete. Per Debord l’instaurazione della verità
nel mondo, non può essere attuata da individui che non sono collegati con la
storia e la civiltà collettiva, e neppure da esseri dicotomizzati e manipolati.
Queste persone, per modificare la loro realtà, devono essere in grado di
dialogare e di utilizzare il linguaggio come strumento di costruzione sociale
(Isidori 2015). </span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">La stampa, che è stata il mezzo di comunicazione
principe delle età dello sviluppo della civiltà moderna, dell’affermazione
delle libertà civili, ha lasciato il posto alla televisione. Se
l’alfabetizzazione era garanzia e condizione necessaria alla partecipazione
ragionata al discorso pubblico, nell’epoca della tv questo si è ridotto ad una
forma di divertimento, ad una sequenza rapida e sfuggente di immagini che
appaiono e scompaiono sulla superficie di uno schermo lasciando subito il posto
ad altre figure, ad altre luci, ad altri colori (Buonocuore, postfazione a Divertirsi
da morire).</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Nel corso della loro storia, gli sport moderni hanno
sviluppato regole sempre più dettagliate per definire i limiti di
partecipazione e accesso alla pratica sportiva. Queste regole riflettono il
disegno organizzativo dello sport moderno, fondato a beneficio dello
stato-nazione che lo finanzia e promuove fino alle Olimpiadi (</span><a href="http://ilmanifesto.info/lucrative-contraddizioni-dello-sport-moderno/"><span style="background: white; color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">http://ilmanifesto.info/lucrative-contraddizioni-dello-sport-moderno/</span></a><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">). Ora
stiamo forse assistendo alla nascita degli sport post-moderni? Non è certo più
lo stato-nazione che influenza questi processi, ad essi si è sostituito il
mercato globale. Non sono più esigenze politiche quelle sui cui si plasmano gli
sport, oggi sono esigenze economiche; non si tratta più di regole dettagliate e
competizioni tra nazionali ma di rendere tutto spendibile. Ecco come la
spettacolarizzazione, in funzione del profitto, quando non crea dal nulla
(pensiamo allo slamball, per esempio), manipola movimenti, discipline e culture
per i suoi propri fini. </span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Cosa ci rimane? Ci rimane il diritto al dissenso, e la
presa di coscienza che per fare da contrappeso a una diffusione massificata e
superficiale serve un esercito di praticanti, educatori, insegnanti, cittadini
critici e liberi pensatori che lavorino sulla qualità e per approfondire.
Ognuno attraverso la propria disciplina e specializzazione sarà chiamato a
contrastare la passività, la superficialità e la paura di non diventare mai dei
campioni, di parkour come di qualsiasi altra cosa. Sarà dura ma dovremo far
capire a tutti che, alla fine, non è quello che importa.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Nota finale: il pericolo in agguato</span></b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Stavo per dimenticarmi la fine della puntata di Black
Mirror.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 8pt;">Dopo il drammatico discorso di Bing, i giudici,
inaspettatamente, lo applaudono e gli offrono la possibilità di entrare a far
parte dello show con una rubrica personale. Bing, dopo un’attesa carica di
tensione, accetta: ottiene così il potere di gridare le sue critiche agli
spettatori che lo guardano dalle cyclette. Si conclude così il processo della
spettacolarizzazione: fagocitando, spettacolarizzando ed in fine sterilizzando
le critiche stesse.</span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Nessuno, o quasi, è più in grado di disconnettersi
dalla società dello spettacolo. A tutti noi rimane solo la possibilità di
scegliere un compromesso, nella speranza di ottenere più di quello che si
perde.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Gato, ParkourWave</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="background: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Principali fonti citate</span></b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<ul style="margin-top: 0cm;" type="disc">
<li class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Isidori 2015, </span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #222233; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">La comunicazione spettacolarizzata: una riflessione pedagogica tra
Debord e YouTube</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Debord 1967,
La società dello spettacolo</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Postman 2003,
Divertirsi da morire</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Huxley 1932,
Il mondo nuovo</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Orwell 1949,
1984</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="background: white; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Kirkley & Kirkley 2005, </span><span style="background: #FCFCFC; color: #333333; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Creating next generation blended learning environments using mixed
reality, Video Games and Simulations</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Piercy &
Vaux-Bjerke 2016, </span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #222222; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Pokémon Go: A Game Changer for Kids’ Physical
Activity?</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Il Manifesto,
www.ilmanifesto.info</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt;">Angel,
www.see&do.com</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></li>
</ul>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18212205800054977214noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-91471058956656631872016-05-09T13:45:00.000+02:002016-05-09T18:19:09.096+02:00Appunti per un sistema di trasmissione del Parkour, Parte 2/3<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">2. Il problema del Come</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b id="docs-internal-guid-19c7c207-9555-5133-dca9-49b8a84d5b7e" style="font-weight: normal;"><br /></b>
</div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">"Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco". Confucio</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b>
</div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Appunti preliminari (un po’ caotici) sull’Apprendimento</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Secondo la classica definizione degli psicologi americani E. Hilgard e G. Bower (1966), l’apprendimento è il processo mediante il quale “si origina o si modifica un’attività reagendo a una situazione incontrata”, senza che tale attività sia originata da “risposte innate” o da “stati temporanei dell’organismo”. In altri termini, apprendere significa creare o modificare un comportamento in modo stabile e durevole (quindi non temporaneo), partendo da stimoli acquisiti dall’esterno (quindi non innati). </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L'apprendimento è un cambiamento interno </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">(si veda anche Bateson che approfondisce: il cambiamento è un processo che può a sua volta cambiare.. si originano così i 4 livelli di apprendimento).</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Di che cosa?</span></div>
</div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Per rispondere occorre una teoria. Quale scegliere?</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Dalla teoria delle competenze otteniamo tre categorie: sapere, saper fare e saper essere.</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Nel quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF), vengono usate queste tre categorie analoghe. </span></div>
</div>
<ol style="margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<li dir="ltr" style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: decimal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Conoscenze</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">”: indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche. </span></div>
</div>
</li>
<li dir="ltr" style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: decimal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Abilità</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">”: indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti).</span></div>
</div>
</li>
<li dir="ltr" style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: decimal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Competenze</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">”: indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. </span></div>
</div>
</li>
</ol>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il cambiamento può quindi avvenire a diverse “profondità” e più è superficiale, più è facile che avvenga. È più facile modificare le conoscenze, basta trasmetterne di nuove. Tuttavia ci sono diversi aspetti negativi del concentrarsi troppo sulle conoscenze: innanzitutto sono meno spendibili nella vita, meno utili. Inoltre c’è il rischio di una collusione inconscia tra docente e discente sulla apparente certezza rassicurante delle conoscenze e sul carattere coesivo per il gruppo delle stesse. Infine questa trasmissione tende a mantenere la dipendenza di chi non sa da chi sa e anche ad irrigidire gli schemi appresi, interiorizzati come corretti ed immutabili. Elliot Jaques, padre di questa teoria, si spinge oltre descrivendo la creatività come la capacità di lavorare e risolvere problemi. Gli psicologi attribuiscono alla creatività “il pensiero divergente” e alla trasmissione di conoscenze “il pensiero convergente”. Mentre quest’ultimo privilegia la certezza, il primo privilegia il rischio.</span></div>
</div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Per un apprendimento non superficiale</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> (non nozionistico), </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">occorre che il </span><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Meme" style="text-decoration: none;"><span style="background-color: transparent; color: #1155cc; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">meme </span></a><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">abbia un significato sia cognitivo che emozionale</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">, perché solo con l'emozione si ottiene l’interiorizzazione. Lo stesso Jaques, a tal proposito, spiega come le emozioni negative giochino un ruolo chiave nell'apprendimento, perchè sono forti ed educano all’incertezza (qualche analogia con il concetto di Zona di Comfort?). Per lavorare sulle abilità e sulle competenze bisogna quindi suscitare anche delle emozioni. Come si fa?</span></div>
</div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L'emozione è suscitata dall'esperienza diretta di una relazione interpersonale o con l'ambiente fisico (Dewey, Jaques). Senza esperienza non c'è emozione ed è possibile solo un apprendimento cognitivo (con il rischio di confondere il concetto con la realtà, Jaques). Con le sole conoscenze si posseggono rappresentazioni mentali più o meno adeguate ma non si possiede il loro valore/significato. Per Lindeman "la formazione degli adulti è un processo attraverso il quale i discenti prendono coscienza del significato delle loro esperienze. Questo riconoscimento di senso porta alla capacità di valutazione. Un'esperienza acquisita significa sapere che cosa è accaduto e quale rilevanza quel particolare evento presenta per la nostra personalità”.</span></div>
</div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">E’ importante notare che gli adulti possiedono già un bagaglio di vissuti, di conoscenze empiriche, che sono il materiale su cui ognuno esercita la riflessione (considerazione attiva, persistente e attenta di qualunque forma di conoscenza, alla luce dei fondamenti che la supportano e dell'ulteriore conclusione a cui tende. Dewey 1933). </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Le esperienze non compiute possono essere sperimentate ex novo attraverso simulazioni o esercizi</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">. Ed è decisivo che all'esperienza segua la riflessione (anche guidata). </span></div>
</div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L'apprendimento dall'esperienza accompagnato, ad esempio, all'uso del </span><a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/80/Ciclo_Di_Kolb.pdf" style="text-decoration: none;"><span style="background-color: transparent; color: #1155cc; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">ciclo di Kolb</span></a><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> (con feedback e riflessioni personali), alle esperienze simulate e al lavoro collaborativo di gruppo, tende a rendere autonomi i discenti. Non solo, abitua al lavoro creativo (che è massicciamente connesso alla gestione dell’incertezza, vedi Jaques) e suggerisce l'importanza del LifeLong Learning. </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Organizzare e guidare queste esperienze è ciò che chiamiamo coaching.</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b>
</div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il Coaching</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il coach è un facilitatore dell’apprendimento (Downey 1999). Abbiamo accettato che l’apprendimento è un cambiamento. Ne consegue che </span><span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">il coach dovrebbe essere un facilitatore del cambiamento</span><span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Agevolare un cambiamento, si, ma in quale direzione? La direzione è la cosa più delicata. Credo che essa debba essere attentamente scelta, in uno spettro di possibilità (che un buon coach imposta per deontologia professionale), concertandola con bisogni/aspettative del coachee (il quale il più delle volte non deve nemmeno essere consapevole di questo processo). Questa è la grossa responsabilità del coach: decidere in quale direzione applicare quella leggera spinta che agevola un cambiamento.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Applicare grande sensibilità e cautela: bisogna cercare di districarsi tra i possibili obiettivi a breve, medio e lungo termine di ogni singolo coachee e alla fine, a mio avviso, rivolgersi soprattutto agli obiettivi a lungo termine.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Una delle possibilità per toglierci, almeno parzialmente, da questo impiccio è di educare a capire la struttura del problema, piuttosto che fornire tecniche per risolverlo (si veda il problema del</span><a href="http://utenti.quipo.it/base5/scienze/baromet.htm" style="text-decoration: none;"><span style="background-color: white; color: #1155cc; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> barometro di Rutherford</span></a><span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">). Troppo spesso, infatti, l’insegnamento viene portato avanti in una direzione prestabilita dall’istruttore e attraverso delle conoscenze statiche. In questo modo, alla fine del processo, lo studente avrà in mano un pugno di sabbia ma sarà convinto di essersi dotato di strumenti per far fronte a situazioni reali. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il pugno di sabbia è, ad esempio, ciò che penso della maggior parte dei corsi di difesa personale cui ho assistito o partecipato. Si cerca senza successo di trasmettere tecniche perchè quelle tecniche hanno il valore di tranquillizzare ed illudere chi le impara; sarebbe molto più frustrante intraprendere il percorso complesso che porta all’emergenza di abilità che permettono davvero di far fronte ad un’aggressione. Il problema è la totale impreparazione al movimento che è la base per agire con creatività, prontezza ed adattabilità: siamo tornati alla differenza tra conoscenza e abilità. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Alcune scappatoie sono: esercitare skills generiche (via via più specifiche), attaccare la struttura del problema piuttosto che una situazione specifica, usare più i principi che le tecniche (si veda ad esempio la ricerca di Rootlessroot con il progetto FightingMonkey). La danza improvvisata e la Capoeira ci forniscono, invece, degli esempi positivi: fin da subito lavorano sulla struttura più che sulla tecnica e applicano incessantemente in situazioni meno simulate.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b>
</div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Stili di coaching</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Come aggirare questo problema? Cercando di integrare diversi stili di coaching, spingendo verso una pratica più autodiretta. Recentemente Marcello Palozzo ha trattato questo tema per il team ci coaches di ParkourWave, ne riporto qui sotto una sintesi. Più in alto si trovano stili più eterodiretti, più improntati all’imitazione, via via che si scende ci si sposta verso stili più autodiretti ed improntati sulla produzione.</span></div>
<ul style="margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<li dir="ltr" style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: disc; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Comando: vengono fornite dettagliate indicazioni su come eseguire un compito, il coach supervisione tutte le fasi</span></div>
</li>
<li dir="ltr" style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: disc; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Pratica: il coach assegna ad un piccolo gruppo uno o più compiti che vengono svolti in autonomia</span></div>
</li>
<li dir="ltr" style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: disc; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Reciproco: lavoro con un partner, ci si corregge reciprocamente</span></div>
</li>
<li dir="ltr" style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: disc; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Autoverifica: il coach stabilisce dei criteri che i coachee possono usare per autovalutarsi</span></div>
</li>
<li dir="ltr" style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: disc; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Inclusione: esercizio pensato per permettere a ciascun coachee di lavorare con il gruppo al grado di difficoltà che sente come appropriato</span></div>
</li>
<li dir="ltr" style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: disc; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Scoperta guidata: metodo inquisitorio, il gruppo viene portato a scoprire un concetto mediante domande poste dal coach</span></div>
</li>
<li dir="ltr" style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: disc; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Scoperta convergente e divergente: sempre attraverso delle domande si auspica un’unica soluzione ad un problema o una ampia gamma di possibilità</span></div>
</li>
<li dir="ltr" style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: disc; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Autoinsegnamento: i coachee scelgono tutti i criteri di gestione dell’allenamento</span></div>
</li>
<li dir="ltr" style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; list-style-type: disc; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Esplorazione libera: esplorazione diretta dell’ambiente senza vincoli</span></div>
</li>
</ul>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Credo sia opportuno ragionare su come questi stili siano strumenti diversi, non c’è uno stile giusto ed uno sbagliato, piuttosto ci sono scenari che rispondono più o meno efficacemente ad uno specifico stile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-weight: normal;"><br /></b>
</div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Ricapitolando</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Almeno in questo momento storico, da un coach di Parkour ci si aspetta anche (che sia giusto o no, non è pertinente a questa discussione) che sia un allenatore: che aiuti cioè gli allenati a mantenersi in forma e a migliorare le loro qualità condizionali. Ma per quanto riguarda questo argomento possiamo tranquillamente rifarci all’ampia (anche se non certo completa) letteratura di Scienze Motorie.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Per quanto riguarda il coaching, invece.. Il coaching nel Parkour consiste nello scegliere quali stimoli fornire, a quale praticante, in quale modo, in quale momento. Semplice no?</span></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: black; font-family: "arial"; font-size: 14.666666666666666px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18212205800054977214noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-28963014042375138512016-02-19T10:40:00.001+01:002016-02-19T10:52:51.263+01:00Appunti per un sistema di trasmissione del Parkour, Parte 1/3<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt;">Nota
iniziale: periodaccio per la comunità di ADD/Parkour/Freerun, eh? Il clima
sembra un po' avvelenato. Ma proviamo a riportare la discussione sulla pratica
e sull'insegnamento, piuttosto che lasciarla vagare sulla filosofia politica.
Si, lo so.. pubblicare qualcosa di questo tipo equivale a immergere le chiappe
in una vasca di piranha, ma questi appunti stanno nel mio drive da alcuni anni, è il caso di sbarazzarsene.. :)</span></blockquote>
</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div align="center" style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18pt;">Appunti
per un sistema di trasmissione del Parkour Parte 1/3</span></b><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Un Maestro di Aikido mi ha detto, una volta, che è molto difficile
ricordarsi tutte le tecniche stipate nei kata. Risulta quindi quasi impossibile
rispondere ad un attacco con la tecnica che sarebbe formalmente più corretta.
Dall’imbarazzo ci si salva con i principi. </span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Conoscere bene i principi base dell’Aikido permette di applicare una
tecnica appropriata, scelta attraverso un “ragionamento” piuttosto che dettata
da un rapporto univoco memorizzato in precedenza. Nella pratica del parkour
questo problema non si pone: le tecniche tra cui scegliere sono poche. </span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Le cose cambiano se ci spostiamo nell’ambito del suo insegnamento. Un coach
è chiamato a rispondere alle esigenze (in realtà ad anticiparle) dei discenti
con esercizi specifici. Allora si che sarà difficile avere un esercizio
codificato per sottolineare l’importanza di ogni dettaglio della disciplina. Un
elenco potrebbe essere fatto, si. E credo che ogni coach abbia, nella sua
agenda, un elenco di esercizi frutto degli anni di esperienza da studente e da
insegnante. Ma ben più arduo sarebbe fare un elenco di tutti i dettagli che
contano. Effettivamente ci ho provato numerose volte, e il risultato non mi ha
mai soddisfatto pienamente.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Dunque, forse, è più utile iniziare un processo di sintesi piuttosto che
procedere con un lavoro compilativo che, per la natura stessa del parkour,
rimarrebbe eternamente incompleto.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">La domanda cui cerco risposta è questa: come si agevola lo sviluppo di
quell’amalgama di sensazioni, abilità, competenze e adattamenti che rendono una
persona un praticante di parkour, nel senso più completo del termine?</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">A questo punto, per semplicità, dividerò due categorie: il Come dal Cosa.
Del Come fa parte tutta la questione del metodo di insegmaneto; il Cosa
riguarda più il “programma”, le materie trattate. Lungi da me l’idea che una
separazione netta possa essere operata tra queste due categorie, ma per
affrontare problemi complessi bisogna provare a scomporli in problemi più
semplici.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">1. Il problema del Cosa</span></b><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<i><span style="background: white; color: #222222; font-family: "arial" , "sans-serif";">Se un insegnante non può insegnare tutte le materie,
perché gli studenti devono studiarle tutte? (Anonimo)</span></i><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">La mia mente funziona per immagini e così, negli anni, ho sempre preferito
disegnare dei grafici, prima di scrivere. Penso che l’immagine renda in maniera
molto più immediata lo sviluppo delle relazioni tra i concetti.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Uso la ormai arcinota metafora dell’iceberg: fuori dall’acqua si vede solo
una piccola parte, il resto è nascosto sotto. Nel Parkour la parte scoperta è
quella percepibile in qualsiasi video sulla rete. Il fatto che sia visibile e
nota non deve portarci a pensare che sia poco importante, tuttavia non dobbiamo
nemmeno pensare che sia tutto lì. </span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">La parte visibile</span></b><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Della parte “visibile” fanno parte i Trucchi, le Tecniche e gli Attributi.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Quelli che ho chiamato Trucchi altro non sono che dettagli utili che
l’esperienza fa emergere o il passaparola diffonde (ad esempio l’uso della
gamba nel climbup, i piccoli movimenti dei piedi nel salto di precisione,
l’inclinazione del bacino nel volo dopo uno swing). </span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrOV8ci3nxvkqG-W9RWnML38a8z62tUGYP54ouEkLffnVuHC7V8XgzDvMXyl6tiGe4UCRxcpO0SF8NwekwNennI67gVgbzupQDMJd5JbxmrCvujuTCujTRlBy5NrKXpLN1511VqjUXna4/s1600/Appunti+insegn+parkour.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrOV8ci3nxvkqG-W9RWnML38a8z62tUGYP54ouEkLffnVuHC7V8XgzDvMXyl6tiGe4UCRxcpO0SF8NwekwNennI67gVgbzupQDMJd5JbxmrCvujuTCujTRlBy5NrKXpLN1511VqjUXna4/s200/Appunti+insegn+parkour.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Le Tecniche sono l’insieme più o meno codificato dei movimenti propri di
noi esseri umani. Possono essere organizzate gerarchicamente in insiemi via via
più specifici; c’è chi sostiene che non si possa davvero isolare una tecnica da
un’altra; c’è chi è legato ad una forma di nomenclatura piuttosto che ad un
altra. Il “problema” della sistematica delle tecniche del Parkour mi pare
ricalcare il problema della sistematica degli esseri viventi. E da lì mi giunge
un aiuto: la sistematica è un costrutto, rende conto di differenze naturali che
occorrono nella maggior parte dei casi ma non è un ente reale, solo utile.
Stesso vale per il Parkour: dividere, organizzare e dare nomi va bene perchè è
utile a noi, basta che non ci dimentichiamo che la mappa non è, per quanto
precisa, reale; solo il territorio lo è. In futuro assisteremo sicuramente ad
una trattazione via via più specifica della biomeccanica specifica dei
movimenti del parkour, è inevitabile (e anche positivo). Questo approccio
biomeccanico chiarirà ulteriormente la corretta esecuzione di una tecnica e ne
svelerà i trucchi. </span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Per quanto riguarda gli Attributi.. qui, per riprendere la metafora
dell’iceberg, comincia a salire l’acqua. Spesso sono parzialmente sommersi
semplicemente perchè è più ostico notarli. Gli attributi descrivono e connotano
un movimento o un praticante. Alcuni esempi sono la rapidità, il silenzio, la
potenza, la prontezza, la consistenza, la coordinazione, l’eleganza. Tra questi
annovero anche resistenza e resilienza. L’elenco è volutamente parziale, ogni
praticante potrà compilare l’elenco che risponde meglio alle sue necessità o
osservazioni.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Allenare, sviluppare, insegnare queste “aree emerse” non è facile, ma tanto
è stato già scritto nelle scienze motorie (e tanto ancora sarà scritto in
futuro da specialisti che arriveranno). Mi preme solo di sottolineare la
maggiore importanza degli attributi sulle tecniche e di queste ultime sui trucchi.
Rapido ma transitorio è l’apprendimento di chi inverte questa gerarchia,
andando a scovare subito i trucchi per portare a termine un problema. Credo
l’abbia detto Yoda.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">La parte non visibile</span></b><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">La parte non visibile giace sotto la piramide emersa. Qui si annidano gli
elementi che rendono giustamente il parkour una disciplina a sè, non
ascrivibile ad una bastardizzazione della ginnastica artistica. Il tentativo di
sintesi è avvenuto soprattutto a questo livello: quali caratteristiche sono
irrinunciabili, pena la perdita di una parte caratterizzante il parkour? E
quali concetti, invece, sono riconducibili a principi più generali e quindi non
necessitano di tanta attenzione? Ovviamente la scelta è ardua, soggettiva e
temporanea. E lo dico sul serio! Andando a riguardare gli appunti presi negli
anni noto tanti concetti ricorrenti, ma quanto alla loro organizzazione... solo
confusiuone.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO7yyWmjSgg_i3DF-p1DF9jHByp2q2mIqxi92W8-Qq45-irVC_ytB4FGcGETNgCjQXvJqi9IJGMXVzaz4munfTBzqX0S5dQbzpl328G3PTGIDpkJIYUbatOK98HcxhmZf0KKc9y3NrRR4/s1600/Appunti+insegn+parkour+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO7yyWmjSgg_i3DF-p1DF9jHByp2q2mIqxi92W8-Qq45-irVC_ytB4FGcGETNgCjQXvJqi9IJGMXVzaz4munfTBzqX0S5dQbzpl328G3PTGIDpkJIYUbatOK98HcxhmZf0KKc9y3NrRR4/s200/Appunti+insegn+parkour+%25281%2529.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il mio punto di partenza sono stati “i tre pilastri” del parkour, così come
sono stati identificati da alcuni esperti praticanti intorno al 2010. <b>La
Forza, il Tocco e lo Spirito</b> sono tre vasti insiemi che dovrebbero
racchiudere tutti i concetti cari alla disciplina.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Sarà dovuto all’eleganza del ragionamento o alla forza inconscia del
simbolo, ma la concettualizzazione in 3 insiemi intersecanti ricorre. Nelle
scienze motorie i tre insiemi delle qualità di un atleta: qualità condizionali,
coordinative e psicologiche. Nel Judo shin (lo spirito), gi (la tecnica) e tai
(il corpo). E la lista delle ricorrenze potrebbe continuare, interessante.. Ma
torniamo a noi.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">La Forza comprende due concetti importanti: la <b>Forza Fisica</b> (intesa
come insieme delle qualità condizionali) necessaria per sostenere la
performance e la <b>Forza Mentale</b> necessaria per affrontare ogni
allenamento (solo?) diligentemente.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il Tocco indica la sensibilità al movimento (intesa come insieme delle
qualità coordinative), entrano in questo insieme concetti fondamentali come il <b>Flow</b>
(uso efficace dei gruppi muscolari, economia del movimento) e l’<b>Armonia</b>
(<span style="background: white;">precezione intuitiva di quando un movimento o
un gruppo di movimenti sono “giusti” o “sbagliati” rispetto ad altri movimenti
o all’ambiente</span>).</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Nello Spirito si collocano le qualità psicologiche che la pratica del
parkour dovrebbe aiutare a costruire come il <b>Focus</b>, la <b>Determinazione
</b>e <b>l’Umiltà.</b></span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">La mia sintesi ha arbitrariamente postulato un' assioma nell’intersezione
centrale dei tre cerchi e ha poi identificato 3 principi cardine nelle tre
intersezioni periferiche. Questi quattro concetti dovrebbero servire da anello
di congiunzione tra il cosa ed il come, ma anche tra i 3 cerchi ed il
triangolo. Sono i princìpi che dovrebbero ricapitolare tutte le cose importanti
da fare.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">L’assioma dell’Aretè</span></b><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Assioma perchè è il punto di partenza non negoziabile, va accettato o
rifiutato, non si può dimostrarne la bontà. Cos’è l’Aretè lo lascio dire ad un
tale di nome Kitto, mi pare fosse uno professore di letteratura greca classica.
La citazione viene dallo splendido libro “Lo zen e l’arte della manutenzione
della motocicletta” di Pirsig. </span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt 36pt; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">“What moves the Greek
warrior to deeds of heroism,” Kitto comments, “is not a sense of duty as we
understand it... duty towards others: it is rather duty towards himself. He
strives after that which we translate “virtue” but is in Greek <i>areté</i>,
“excellence” - we shall have much to say about <i>areté</i>. It runs through
Greek life.” [...]</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt 36pt; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">Kitto had more to say
about this <i>areté</i> of the ancient Greeks. “When we meet <i>areté</i> in
Plato,” he said, “we translate it “virtue” and consequently miss all the
flavour of it. “Virtue”, at least in modern English, is almost entirely a moral
word; <i>areté</i>, on the other hand, is used indifferently in all the categories,
and simply means excellence.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt 36pt; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">Thus the hero of the
Odyssey is a great fighter, a wily schemer, a ready speaker, a man of stout
heart and broad wisdom who knows that he must endure without too much
complaining what the gods send; and he can both build and sail a boat, drive a
furrow as straight as anyone, beat a young braggart at throwing the discus,
challenge the Pheacian youth at boxing, wrestling or running; flay, skin, cut
up and cook an ox, and be moved to tears by a song. He is in fact an excellent
all-rounder; he has surpassing <i>areté</i>.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt 36pt; text-align: justify;">
<i><span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">Areté</span></i><span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;"> implies a respect for
the wholeness or oneness of life, and a consequent dislike of specialization.
It implies a contempt for efficiency... or rather a much higher idea of
efficiency, an efficiency which exists not in one department of life but in
life itself.”</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">Il principio della Sfida</span></b><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">In principio c’era un gioco, e il gioco era una sfida.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">Questo principio suggerisce al praticante l’utilizzo
della sfida, appunto, come strumento per la crescita. Attraverso la sfida si
riflette sui propri limiti, sulla sincerità, sull’autodisciplina, sulla
generosità, sulla cooperazione. Attraverso la Sfida si può forgiare la propria
Armatura Corporea. Il praticante si tempra con la Sfida, che è più un Come che
un Cosa.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">Il principio dell’Esplorazione</span></b><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">Esplorare significa ascoltare la propria curiosità,
attraversare l’ambiente e scoprirlo, esporsi all’incertezza, avere la forza di
fare ciò che vogliamo, ignorando le costrizioni sociali. Dall’esplorazione
sboccia la creatività vera, che non è imitazione ma libertà di pensiero fuori
dai vincoli: si può esplorare il fuori e anche il dentro, si possono
sperimentare tutti i modi di muovere il proprio corpo. Anche la Visione
Laterale si sviluppa con l’esplorazione in tutte le sue forme. L’esplorazione
stimola a continuare la ricerca. </span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">Il principio dell’Adattabilità</span></b><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">L’adattabilità è un grande contenitore, elastico.
Dentro si trova il concetto della Parkour Defence (le tecniche di recupero da
un errore), ma anche la constatazione che le tecniche vanno adattate al
contesto, rese morbide: la natura è maestra qui. </span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">Ma c’è anche un altro tipo di adattabilità, che è
quella alle circostanze esterne più generali, ai vincoli. Essere in grado di
rinunciare ai comfort (necessità?), essere efficaci anche sotto la pioggia o
con le “scarpe sbagliate”, poter fare a meno delle cose che ci legano.</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><br />
</span></div>
<span style="background: white; font-family: "arial" , sans-serif;">Tenendo
bene a mente l’assioma e i princìpi, imparando ad allenare le qualità condizionali
e osservando attentamente gli attributi, credo che abbiamo radunato tutti gli
ingredianti necessari. Ma come servirli?</span><br />
<o:p></o:p>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18212205800054977214noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-16223322976375841192015-08-21T20:20:00.004+02:002015-08-21T20:20:59.611+02:00Allenamenti solitari estivi?<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Boredom is just the reverse side of fascination: </span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">both depend on being outside rather than inside a situation,</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">and one leads to the other.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Arthur Schopenhauer</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR_KpW2iqXLy1zfg6SRpAuOyD4bjXVIVuBt4czNEjVOs-5M4P6Ype3twfvq3WCCSbcQE3ssoMWQixKvozsOLYGc_GMOa0gqaXto4z9SU9Bm28QDa2VJU0Wtpwknf65VcC8nqSOwosZN4g/s1600/1.tiff" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR_KpW2iqXLy1zfg6SRpAuOyD4bjXVIVuBt4czNEjVOs-5M4P6Ype3twfvq3WCCSbcQE3ssoMWQixKvozsOLYGc_GMOa0gqaXto4z9SU9Bm28QDa2VJU0Wtpwknf65VcC8nqSOwosZN4g/s320/1.tiff" width="226" /></a></div>
<span style="box-sizing: border-box; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;"><br style="box-sizing: border-box;" /></span>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18212205800054977214noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-48955145922700091892015-01-26T11:39:00.000+01:002015-01-26T11:39:34.577+01:00Le donne ed il Parkour a Gaza<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Report di 5 giorni di
allenamento</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">29 dicembre 2014 </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">La presenza di una donna (Betta) praticante di parkour
all'interno della delegazione italiana fin dal primo momento ha suscitato
interesse nei media. Già durante il primo allenamento, infatti, una televisione
locale e la televisione di al jazeera si sono presentate all'allenamento con l'obiettivo
di documentare non solo il lavoro della cooperazione italiana ma anche la
presenza dell'unica donna che abbia mai praticato parkour nella striscia di
Gaza. È la stessa giornalista a dichiarare ed enfatizzare l'importanza e
l'eccezionalità della pratica da parte di una ragazza di una disciplina
considerata solo maschile a Gaza oltre che la novità di un allenamento misto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">
Il primo allenamento si svolge nella palestra di jabalia, voluta da Muhammad
(3run gaza). I giovani e numerosi praticanti sono increduli nel vedere una
ragazza che si allena con loro, mantengono le distanze ma si può dire che, al
di là del vistoso imbarazzo, non ci siano problemi di accettazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">30 dicembre 2014</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
Il secondo giorno ci spostiamo per allenarci nella
grande piazza pubblica del quartiere di Sheik Zaied. La situazione cambia drasticamente e la presenza di
una donna nel gruppo si rivela di difficilissima gestione. <span style="font-family: inherit; line-height: 107%;">Infatti, non appena i praticanti cominciano ad allenarsi nella grossa piazza,
molti adulti locali si radunano senza pudore intorno alla ragazza,
commentandola e seguendo i suoi movimenti, al punto che uno dei praticanti
gazawi le chiede fermamente di smettere subito di allenarsi. Spiega che il suo
obiettivo è quello di proteggerla dagli evidenti e irrispettosi commenti e
sguardi indiscreti. </span><span style="font-family: inherit; line-height: 107%;">Il messaggio che gli uomini sembrano mandare: "una donna che si allena in
piazza tra gli uomini si può guardare e commentare". Particolarmente
frustrante è stata la sensazione di impotenza che tutti abbiamo provato a
causa del gap culturale e della barriera linguistica.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 107%;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
31
dicembre 2014</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Il terzo giorno ci alleniamo presso l'università
statale di Al Aqsa, a Khan Younis. Se siamo sospetti e sull'attenti a
causa di quanto accaduto il giorno prima, ci accorgiamo subito di quanto il
clima universitario non sia paragonabile all'atmosfera della piazza di un
quartiere periferico.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
E proprio in università che, grazie alla
determinazione della coordinatrice della carovana Meri Calvelli, siamo riusciti in
qualcosa di importante dando luogo ad un breve momento di allenamento
misto. Al solito gruppo di praticanti si sono aggiunte una ventina di donne e
insieme (o meglio, un cerchio di donne e uno di uomini) ci siamo
riscaldati con qualche andatura e <span style="font-family: inherit;">giri di corsa. Gli spalti erano gremiti di
donne entusiaste e stupite, che incitavano il gruppo e facevano foto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">Il gruppo
femminile ha poi continuato ad allenarsi autonomamente seguendo la ragazza
italiana. Un episodio che, per quanto isolato, può essere letto come l'inizio
di un percorso. </span></span><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 107%;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
1 gennaio 2014</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Al quarto giorno di allenamento si percepisce l'evoluzione del rapporto tra la
ragazza e i praticanti gazawi. Dall'incredulità e invadenza iniziale, infatti,
tanti ragazzi sono passati al rispetto e allo scambio reciproco, non senza
qualche scontro diretto e ammonizione dei più arroganti.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
I valori quali l'importanza del gruppo, la
condivisione e il rispetto del compagno trasmessi dai coach ai praticanti
si sono estesi anche nel rapporto con la praticante che poco a poco viene
considerata come parte del gruppo: incitata, ascoltata, supportata.
<br />
Nell'allenamento nella piazzetta pubblica del quartiere di Khan Younis abbiamo
l'impressione che il gruppo si senta pi<span style="font-family: inherit;">ù rilassato ed è forse proprio questo a
far sì che, nonostante le nostre paure, la brutta situazione vissuta nella
piazza di Sheik Zaied non si ripeta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">Il
pubblico maschile sembra più rispettoso e meno invadente, anche grazie ai praticanti locali che sembrano aver elaborato strumenti di difesa: consigliando agli
uomini di guardare da lontano che si vede meglio, di non commentare perché
distraggono ma di applaudire.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">2 gennaio 2014</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Il penultimo giorno organizziamo un allenamento nella
piazza centrale centrale di gaza city.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Un po' a causa dell'infortunio di uno dei coaches italiani e un po' per la
stanchezza, la praticante decide di fare da assistente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">I ragazzi accettano qualche consiglio dalla ragazza,
oltre che sia lei a scandire i tempi di alcuni esercizi e di valutarne la
correttezza. È una mossa che il primo giorno di allenamento sarebbe stata
impossibile. I passanti osservano con ironia penetrante la situazione ma i
praticanti continuano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">3 gennaio 2015</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">Osserviamo
i ragazzi esibirsi nel loro show il giorno dell'evento finale, chiedendoci
quanto abbiamo trasmesso loro, osservando quanto l'idea di parkour possa essere
male interpretata da chi impara dai video di you tube, ma anche quanto il
parkour sia facile (facilmente strumentalizzabile?) e bella metafora di libertà e voglia di volare.. oltre
l'assedio.</span></span><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 107%;"> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqDFaLwLHAIV7DBERtzxdQ9AnrSdEXcexpq41bkvkSHZuMFml67CnNSH8mnarcFnFzanOaXWA4TwEJ-dATDz-H-FprCDcUDl0F1m9uM2be4YVzQ-U1hjc0soJoSAx1C8AuKx5TcPOAIoc/s1600/2009-01-01+01.04.05.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqDFaLwLHAIV7DBERtzxdQ9AnrSdEXcexpq41bkvkSHZuMFml67CnNSH8mnarcFnFzanOaXWA4TwEJ-dATDz-H-FprCDcUDl0F1m9uM2be4YVzQ-U1hjc0soJoSAx1C8AuKx5TcPOAIoc/s1600/2009-01-01+01.04.05.jpg" height="150" width="200" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Alcune voci femminili che ci hanno accompagnato<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Rewa: </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">"una donna che cammina per strada insieme a degli
uomini è considerata a tutti gli effetti una prostituta."<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNlHtnSt3obTCP0tcoNI8xN3srJfCqVtj44-nkKfACCwIZ8vsxepQ9_pYPaZBfKRw-QkkJ4htkK6Hj3Cp5Kq9QvSLxpgZoacE8JPwokWYjK1DRfiJEWzzPaY3UHvbxhXoctNxaH609Ttc/s1600/2009-01-01+01.15.32.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNlHtnSt3obTCP0tcoNI8xN3srJfCqVtj44-nkKfACCwIZ8vsxepQ9_pYPaZBfKRw-QkkJ4htkK6Hj3Cp5Kq9QvSLxpgZoacE8JPwokWYjK1DRfiJEWzzPaY3UHvbxhXoctNxaH609Ttc/s1600/2009-01-01+01.15.32.jpg" height="150" width="200" /></a><span style="font-family: inherit;">"Durante la cena di capodanno: tutte le donne
intorno a noi dentro di loro desiderano ballare, ma da quando c'è Hamas non
possiamo più farlo."<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">"Non mi pace il velo, ma devo metterlo."<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Le donne dell'università:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">"quando siamo tra di
noi guardiamo il video della zumba, una danza che che i piace moltissimo.
Ci piacerebbe poter andare in giro in canottiera come queste ballerine."<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc1LIGARBj-7UOV9vY3JnoJl3E-5XMDnMYQ67xidAhKpIFcnXZ427SPRvxsTR0aAqxgXo-4fUxSgu1r1Zpk3HEiDLV9RuWieEJcj3_PKGxoVK5mF5qPaApLr8w1Hlm3oovcQyDcjHvrGY/s1600/2009-01-01+01.09.21.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc1LIGARBj-7UOV9vY3JnoJl3E-5XMDnMYQ67xidAhKpIFcnXZ427SPRvxsTR0aAqxgXo-4fUxSgu1r1Zpk3HEiDLV9RuWieEJcj3_PKGxoVK5mF5qPaApLr8w1Hlm3oovcQyDcjHvrGY/s1600/2009-01-01+01.09.21.jpg" height="150" width="200" /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUqUknSTCW5KLSAXZ0QX-fhT1AiRky0L-ucJhPdBbazURF_qC9HXUSWotXrE5xJ3BQoxp_bfrKtG5Yq7PgGbOVPRVo0ajHvwlAmeXgbbTN6_3OXXhp4AHvyqLS2pYhAguqWJ0abZ0KAyw/s1600/2009-01-01+01.09.41.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUqUknSTCW5KLSAXZ0QX-fhT1AiRky0L-ucJhPdBbazURF_qC9HXUSWotXrE5xJ3BQoxp_bfrKtG5Yq7PgGbOVPRVo0ajHvwlAmeXgbbTN6_3OXXhp4AHvyqLS2pYhAguqWJ0abZ0KAyw/s1600/2009-01-01+01.09.41.jpg" height="150" width="200" /></a><br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">"Nessuna di noi è sposata, altrimenti non saremmo
qui a studiare. A Gaza appena ti sposi perdi la tua libertà. E vivi tra le mura
di casa." <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">"Ti posso mettere il mio velo?"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">"Perché? "<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">"Vogliamo capire se sei bella o no, con i capelli
non capiamo."<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Betta: </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">"Sono rimasta affascinata dai grandi passi fatti in
solo 5 giorni. La popolazione mi è sembrata profondamente consapevole e
ricettiva, oltre che ironica. Come del resto è il popolo di Gaza che ho
conosciuto: ha voglia di libertà, di progresso, di guardare oltre al
muro."<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">"le donne, che hanno subito anche le restrizioni di
Hamas, mi sono sembrate coraggiose, aperte e dignitose. </span><span style="font-family: inherit;">Credo che che si possa pensare ad un percorso di
parkour al femminile, dove lo sport diventa strumento di libertà e di
rivendicazione."</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18212205800054977214noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-23061113950281533272014-12-23T18:19:00.000+01:002014-12-23T18:19:06.478+01:00Prima di GazaNon era ancora iniziata la seconda Intifada quando sono stato in Israele per la prima volta, ero un teenager all'apice del suo impegno agonistico. Coscienza politica molto scarsa, soprattutto su temi internazionali. Di quel soggiorno ho numerose immagini mentali. Il bazaar di Gerusalemme ovest: tessuti blu a schermare un sole rovente e sotto venditori di fiori di zafferano e curry, mangiare hummus. Passare per Jaffa Gate e pensare a Città Alta, camminavamo per il quartiere ebraico ed era pieno di bambini ortodossi con i bargigli che penzolavano mentre si dimenavano dietro ad una palla.<br />
Abbiamo intravisto la dorata moschea di Al Aqsa, da un balcone che portava al Muro del Pianto. Orde di fedeli scendevano l'angusta scala per il Santo Sepolcro, commossi. La palestra del Talpaz Judo Team in cui ci allenavamo tutti i giorni, buia e fresca, permeata dall'odore dei tatami, ricordo che è stata la prima volta che ho fatto zazen. Ho ancora delle facce, ma più nessun'nome: il campione, categoria 65kg, appena tornato dai duri anni di servizio militare (e tutti dicevano, comprensivi: "ora vuole solo divertirsi"). Il Maestro ricciolo e tozzo con i piccoli occhiali rotondi, chissà come era diventato amico del mio Maestro? E il ragazzino ebreo che ci invitò a cena, era cintura blu: mio padre mi aveva dato delle bottiglie di vino italiano da regalare ai miei ospiti, piacquero molto. Quella sera mi hanno dato un kippah e ho osservato una cerimonia religiosa con del sale. Quando mi chiesero se ero cattolico risposi di no, che ero ateo; penso non abbiano capito.<br />
Per molti giorni mi sono confrontato con loro in un modo speciale, profondo e che travalica le culture: lo Shiai. Lo Shiai è lo scontro di judo, 100% della forza, obiettivo vittoria.<br />
Quello che ho pensato degli israeliani che ho conosciuto è che sono soprattutto ostinati. Non con la finezza tecnica o con la rapidità cercavano di sottomettermi, ma con una dura ostinazione, i muscoli sempre tesi. Sono stati degli ospiti splendidi: gentili e ospitali.<br />
Ora mi si presenta una nuova opportunità: tornare e osservare tutto dall'altra parte. Allora parlavo Judo, con i palestinesi parlerò Parkour. Avrò nuovamente uno strumento di confronto capace di travalicare le culture, che in poco tempo può darmi un' idea di come sono le persone. Forse...<br />
<br />
Sono carico di ansia, la situazione in questo momento non è delle migliori, Gaza è stata praticamente rasa al suolo dagli ultimi bombardamenti di quest'estate, i visti vengono concessi raramente e hanno appena sparato ad un attivista italiano. Temo anche (soprattutto, per la verità), di trovare una comunità di parkouristi superficiali nella loro pratica. Temo di non sapere come parlare con loro, correndo il rischio di entrare in una logica coloniale se forzo la mano sul concetto più profondo di parkour. Temo di perdere di vista la condizione umana e politica generale focalizzandomi solo su un dettaglio come può essere percepito il parkour quando la gente vive in stato di guerra. Mi sembra di avere sempre bisogno di un mediatore culturale che mi consigli.. non so quanto devo/posso essere il me stesso "rigido traceur", forse ridicolo in un contesto di quel tipo. Il confronto tra due persone deve avvenire in sincerità totale o attraverso ragionate mediazioni? Chi è a casa sua ha il privilegio di essere il principale attore dello scambio culturale? Chi è ospite dovrebbe essere "tazza vuota", pronto ad assorbire? Facile quando si parla di cultura occidentale dominante, mi è sempre sembrato facile metterla da parte quando viaggio nelle giungle. Ma se viene il turno della mia personale cultura parkouristica? quella che ho così orgogliosamente difeso per anni? Sono capace di metterla da parte? O sono comunque convinto di essere nel giusto? Se ai bimbiminchia si sotituiscono degli uomini palestinesi temprati dalle avversità? Forse non sono mai stato capace di mettere da parte la mia cultura occidentale davvero, se non sono capace di mettere da parte l'approccio colonialista, arrogante, di chi è convinto di avere ragione. Cazzo ma qui in Italia io sono convinto di avere ragione, perchè dovrebbe cambiare il ragionamento se cambia il contesto? E se poi il contesto mi cambia il ragionamento, che ne sarà della mia visione del parkour quando ritorno?<br />
<br />
A complicare le cose due questioni. Uno, l'esperienza di qualche anno fa con i ragazzi di Gaza Parkour in Italia, così ben narrata dal corto documentario di Zambe et al. In quel caso mi sono fatto forte dell'essere a casa e ho cercato di passare la mia idea di parkour. Con questo abbiamo creato un precedente e forse prodotto dei risultati che, a distanza di 3 anni, potrò valutare in loco. Ma potrei anche accorgermi che il messaggio in realtà è scivolato sopra le nostre teste, confermando amaramente quanto illusoria sia la comprensione tra culture diverse.<br />
Due. Questa carovana, organizzata dal centro VIK, mi porta in Gaza con il gravosissimo titolo di "formatore". Già dal significato della parola si capisce quanto questo dettaglio rischi di stravolgere tutto il precedente discorso delirante, facendomi irrimediabilmente scivolare verso la sicura rocca di ghiaccio della mia occidentalià scientifica.<br />
In realtà c'è un' altra questione, ancora più grande e per questo così orrendamente difficile da vedere, comprendere e, soprattutto, trattare. Quanto questa delegazione ed il suo significato verranno stravolti e strumentalizzati dai grandi attori politici? Quali vincoli e/o pressioni riceveremo dall'esercito israeliano e da Hamas? Saremo sottoposti alle leggi della nostra coscienza o a quelle coraniche? Logica vuole che paese che vai, leggi che trovi. Facile accettare questo semplice teorema fintanto che si viaggia in europa, o anche in paesi tranquilli come l'indonesia, per esempio. Quando invece ci si insinua tra due enormi superfici in attrito, tutto diviene meno scontato e più angosciante. Le donne di Gaza non praticano parkour (non possono nemmeno abortire, tra l'altro). Come mi pongo io di fronte a questi temi? Come tazza vuota o come formica orgogliosa?<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18212205800054977214noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-86481018539169448242014-11-06T09:54:00.001+01:002014-11-06T09:56:26.870+01:00Personali Memorie di Strade<div style="text-align: center;">
<span style="color: #cccccc;"><span id="docs-internal-guid-6b32aec9-80ae-96a6-38c0-dcff94ffbbcb" style="font-size: 15px; line-height: 17px; white-space: pre-wrap;"></span><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: #cccccc;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: #cccccc;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/Vr5fecBX6TY?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></span></div>
<span style="color: #cccccc;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #cccccc;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<b id="docs-internal-guid-6b32aec9-80e5-8032-269d-16ea06ee9bfc" style="font-weight: normal;"><span style="color: #cccccc;"><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Ascolto Fritz da Cat 950 in streaming dal mio nexus 5: riaffiorano immagini e luoghi, era tutto molto diverso. Ricordo di aver preso la cassetta in omaggio con AL: era la fine del 1900, </span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">avrò avuto si e no 15 anni</span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">. Ci vestivamo largo e male, non avevamo ancora il telefonino, youtube non esisteva, le idee giravano a 56k, su carta o nelle </span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">parole dei vecchi seduti attorno al fuoco</span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">. Lo scenario era molto diverso da ora: in piazza si vivevano i pomeriggi, chiacchierando, disegnando, ballando; non c'era altro modo di essere social. Ascoltavamo gente guasta e ballavamo sugarhill gang.</span></span></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<b id="docs-internal-guid-6b32aec9-80e5-8032-269d-16ea06ee9bfc" style="font-weight: normal;"><span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Ma facciamo un passo indietro. </span></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<b id="docs-internal-guid-6b32aec9-80e5-8032-269d-16ea06ee9bfc" style="font-weight: normal;"><span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Fin da molto piccolo ho sempre scorrazzato per il mio quartiere (uno splendido e tranquillo centro storico) arrampicandomi in giro, giocando a pallone (poco, ero scarso) e a elastico "con le femmine". Come tutti, allora, si stava fuori.</span></b></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<b id="docs-internal-guid-6b32aec9-80e5-8032-269d-16ea06ee9bfc" style="font-weight: normal;"><span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Ma quello che mi ha cresciuto è iniziato alcuni anni più tardi.</span></b></div>
<b id="docs-internal-guid-6b32aec9-80e5-8032-269d-16ea06ee9bfc" style="font-weight: normal;"><span style="color: #cccccc;"><br /></span></b>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<b id="docs-internal-guid-6b32aec9-80e5-8032-269d-16ea06ee9bfc" style="font-weight: normal;"><span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Ero ancora alle medie, sarà stato il '96, quando cominciai a prendere la funicolare e poi il bus per andare al Piazzale degli Alpini. Allora un gruppo di ragazzi sui vent'anni si trovava là a bere birrette, fumare e skateare. Al tempo gli skaters (almeno quelli di Bergamo) erano fortemente influenzati dalla cultura punk e per me erano super fighi. Ma immaginate un bimbo di 13 anni (ne dimostravo si e no 11) in mezzo a questi.. Beh, col senno di poi credo che il loro background punk, così incline alle stranezze, abbia permesso che mi tollerassero con curiosa noncuranza. Appoggiavo l'eastpack sulla stessa scalinata su cui lo appoggiavano gli altri, li guardavo e ne imitavo i movimenti, ogni tanto ricevevo qualche consiglio; quando mi sentivo particolarmente coraggioso facevo delle domande. Nei mesi guadagnai il saluto di alcuni di loro, altri mi hanno sempre ignorato. È stata una scuola, imparavo come mostrare rispetto e come ottenerlo a mia volta da chi, per la prima volta nella mia vita di principino, non era affatto tenuto a ricambiare. Tutto ciò che ho ricevuto me lo sono guadagnato sul campo.</span></b></div>
<b id="docs-internal-guid-6b32aec9-80e5-8032-269d-16ea06ee9bfc" style="font-weight: normal;"><span style="color: #cccccc;">
</span></b>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<b id="docs-internal-guid-6b32aec9-80e5-8032-269d-16ea06ee9bfc" style="font-weight: normal;"><span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Ero diventato uno skater e cominciavo a passare parte del mio tempo in strada: vedevo barboni ubriachi, ragazzi disperati si facevano le pere nelle cosce, i poliziotti ci cacciavano e le anziane signore cambiavano strada. Intendiamoci, la situazione bergamasca non era granché hardcore rispetto ad altre scene di quegli stessi anni, ma certo era ben diversa dal cortile dell'oratorio. </span></b></div>
<b id="docs-internal-guid-6b32aec9-80e5-8032-269d-16ea06ee9bfc" style="font-weight: normal;">
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Qualche anno dopo feci una delle esperienze che più mi hanno cambiato nella vita. </span></div>
<span style="color: #cccccc;"><br /></span><div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Quell'anno ero in vacanza a La Spezia e avevo fatto un amico che scriveva sui muri. Passava buona parte delle sue giornate nel cortile vuoto di una scuola insieme alla sua cricca, era agosto e la scuola media Fontana era chiusa. Passarono almeno due settimane prima che si decidesse a portarmi con lui. Doveva essere sicuro che non gli facessi fare figuracce, doveva prima istruirmi sulle basi. E io non aspettavo altro che di imparare tutto ciò che potevo. Così fui introdotto alla Cultura dell'Hip-hop.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La prima cosa che mi spiegò erano le 4 colonne: il writing, l'mcing, il breaking e lo scratching. Mi diceva che bisogna saperne di tutte e quattro per diventare un bboy. Mi spiegò che portavano i pantaloni larghi per ricordare i fratelli del Bronx, costretti a vestire i pantaloni dei fratelli maggiori; mi spiegò che non doevo far vedere le mutande, però, che era segno di scarso rispetto. Mi fece provare a girare i suoi dischi, mi fece mettere in rima delle parole, mi insegnò toprock e sixstep, mi disse di prendere carta e penna e disegnare il mio nome. Dopo giorni di pratica si ritenne soddisfatto e mi portò alla scuola.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Verso le tre entrammo nel giardino della scuola (ma com'è che nessuno li cacciava?), sul cancello d'ingresso la targa d'ottone, un tagger rosa colante riportava: Fontana Family. C'erano una quindicina di ragazzi e ragazze, dai 13 anni ai 30, alcuni seduti per terra, altri in piedi, parlavano, qualcuno disegnava. Al nostro arrivo poco scalpore, qualche ciao, qualcuno stringe il peace al mio Virgilio, nessuno lo stringe a me. Dopo qualche minuto di imbarazzo mi siedo e tiro fuori il blocco, disegno. Ad un certo punto uno dei vecchi prende parola e annuncia a tutti il programma del pomeriggio, in un angolo piastrellato i breakers avrebbero cominciato ad allenarsi, sulla gradinata c'erano fogli e penne per chi voleva disegnare, alla panca stavano per cominciare a fare del freestyle. Erano tutti invitati a fare ciò che preferivano e chi non faceva un cazzo era guardato male: poser.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Quel giorno lo ricordo bene, anche se ho la memoria di un pesce rosso. Rappai: stavo nel cerchio ad aspettare il mio turno col cuore in gola, ripassando le 3 rime che mi ero preparato, incerto. Poi ballai: mostrai il mio toprock rigido come un bastone, un sixstep meccanico. Divorai tutti i freez che mi mostravano, qualcuno si stupì. Ricevetti i complimenti di un po' dei vecchi. Quando ce ne andammo mi strinsero il peace, ero diventato un bboy.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L'esperienza che feci quell'agosto la riportai a casa con me e la coltivai. A Bergamo non trovai una comunità aperta e amichevole come la Fontana Family e mi dovetti adattare, fu utile anche quello. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="color: #cccccc;"><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Passai molti anni a ballare sotto i portici "dei tappeti" prima, di Dante Square poi. Conobbi un sacco di gente, mi trovai dentro agli scazzi, presi sberle, qualche volta scappai dalla polizia. Incrociai i vecchi di Bergamo: era il tempo dell'obelisco, dei gradoni, dei bordi delle aiuole, di piazza Dante e dei propilei. Il rispetto ha sempre contato più del talento. Furono grandi anni, guardavamo L'odio e I guerrieri della notte, stavamo fuori notti intere e ci divertivamo un sacco: </span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">le cose grosse più le piccole per crescere.</span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> L'Hip Hop ci spinse a riflettere anche sul rapporto tra giusto e lecito. Fu questa la nascita, per molti di noi, della coscienza politica: </span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">la coscienza parla di una coscienza come arma</span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">. Ma questa è un'altra storia..</span></span></div>
<span style="color: #cccccc;"><br /></span><div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Anni dopo arrivò il Parkour, flash forward di quasi 10 anni: eccoci ad oggi. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La comunità del Parkour è stata la più inclusiva e aperta che io abbia mai incontrato. Ad ogni nuova leva vengono spiegate le basi e corretti gli errori più grossolani. Durante il primo condizionamento si viene solitamente aspettati e motivati. Altro che ostilità o noncuranza. Credo che questa cultura della trasmissione ci sia arrivata direttamente dai primi praticanti: così Laurent ci ha raccolti a caso sotto la Dama del Lago quell'autunno, così Stephane e Thomas ci hanno trattati in quei lontani primi workshop. Ci hanno schiacciato in faccia la fatica, ma con dolcezza.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="color: #cccccc;"><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Ora però, a distanza di anni dal mio esordio, tra comunità inclusiva e aree attrezzate, si rischia di considerare la strada (qui in senso ampio, l'ambiente fisico e sociale dove ha luogo la nostra pratica) come un fattore puramente accidentale, se non addirittura una scocciatura. Ultimamente stanno nascendo tanti grandi atleti: in pochi anni e con tanti strumenti diventano bravissimi. Ma spesso mi sembrano così immaturi, sbilanciati.. Credo che l'esposizione alla strada faccia maturare alcune aree che la sola pratica non tocca. Penso che lo stare immersi nella realtà selezioni un </span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">atteggiamento istintivo,</span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> sia già di per sé uno </span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">schiaffetto correttivo.</span><span style="background-color: transparent; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> Ben diverso dal pensare a come montare un video per far sembrare le nostre vite ancora più invidiabili agli amici di FB. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Certo, il Parkour ha la sua cultura strana, specifica, in divenire. Spesso è lontana dalle altre culture di strada: ad esempio siamo più coscienti della nostra salute, stiamo attenti a non “rovinare” gli spot dove ci alleniamo. Io per primo mi sono speso perchè Skate, Hip-hop e altre discipline non venissero appiattite ad una sola dimensione, schiacciate una sull’altra, ma se ne riconoscessero la diversità e la ricchezza. Beh, una delle ricchezze del Parkour è anche che nasce dalla strada: non è l’unica figlia, ma sempre quella è la sua mamma.</span></div>
<span style="color: #cccccc;"><br /></span><div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: #cccccc; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il morale della favola secondo me: parte di un praticante è la sua conoscenza diretta della strada, la sua esperienza personale nell'unico ambiente reale che ci è rimasto il privilegio di attraversare tutti i giorni. Questa roba è poco visibile ma ben più utile allo stesso praticante di qualche salto sbloccato.</span></div>
<div>
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
</b></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18212205800054977214noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-39857253709574440062013-09-08T15:36:00.002+02:002013-09-08T15:36:37.486+02:00Foglio Spiralstone<br />
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
Ecco la versione digitale del foglio consegnato a tutti i partecipanti all'evento SpiralStone, tenutosi a Valbondione il 29-30 Giugno 2013. Posto qui per chi non avesse partecipato, ed in generale come memoria. Credo che chi ha avuto la possibilità di partecipare all'evento abbia potuto sentire le cose che abbiamo scritto (e molte altre, più nascoste) sulla pelle. Alla ricerca del miglior Parkour possibile..</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
CHI SIAMO:</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
ParkourWave è nato come un piccolo gruppo di praticanti italiani che decide di insegnare e tramandare il parkour cosi come lo hanno appreso, allenato e amato, nel solco dei fondatori francesi e della prima generazione di Lisses. Fin da 02subito decidono di affrontare internamente ed esternamente la formazione e l'acquisizione di competenze per affrontare con la migliore qualità questa attività. Diventa una associazione sportiva nel 2012 e tramite i corsi e workshop conta circa 150 soci nel nord italia. Oltre al parkour punta fin da subito sul metodo JungleWave, una fusione tra il sistema parkour e il Metodo Hebertiano, con cui arrichisce la sua proposta formativa.</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; min-height: 16.0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
COS'E' IL PARKOUR PER NOI:</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
Parkour è un metodo di allenamento, una disciplina sportiva che attraverso lo spostamento nell'ambiente prepara fisicamente e mentalmente il praticante. Ricerca il confronto profondo tra se stessi e l'ambiente circostante, svelando i propri limiti e mettendoci nelle condizioni di affrontarli e superarli. Come ogni percorso il parkour è esplorazione di se stessi e dei luoghi che si affrontano, una ricerca costante di miglioramento e di libertà di muoversi senza limitazioni. Regala una costante ricerca di avventura senza allontanarsi da casa, pur preparandoci ad esplorazioni anche in terreno sconosciuto e non civilizzato. E' una via di crescita senza scuse e senza giustificazioni dove ognuno puo' trovare il suo motivo per praticare, alla ricerca di una migliore armonia corpo-mente, liberandosi di eccesso di razionalità e paure e ritrovando un po' di spirito selvaggio e cuore forte.</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; min-height: 16.0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
LE COMPETIZIONI:</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
In Italia e nel mondo le discussioni aperte sul tema della competizione nel parkour sono molte e controverse. Troppo spesso viene affrontato questo tema con leggerezza o in maniera confusa. Non solo è delicato ma qualunque discussione si intraprenda a riguardo avviene nel caos dei media e dei social network. </div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
Noi crediamo che l'introduzione nel mondo del parkour di eventi competitivi come gare o contest possa portare più male che bene.</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
Forse per chi ha cominciato a praticare da poco è difficile vedere questo problema, abituati come siamo al moderno concetto di sport, legato a doppiofilo alla competizione e alla "gara". Tuttavia chi si avvicina al parkour ne apprezza il fine che si pone: il benessere psicofisico del praticante; la riscoperta di valori forti come la forza di volontà, il coraggio, il rispetto per se stessi e per gli altri, l’autocontrollo, l’umiltà e la capacità di autocritica. Ognuno concorre alla realizzazione di obiettivi strettamente intimi e personali. Ogni singolo individuo cerca di affermare la sua irripetibilità come praticante, di plasmarsi e prendere forma, per essere il meglio di ciò che lui stesso può essere. </div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
Le competizioni di parkour non sono nate perchè i praticanti le hanno organizzate, dal basso; sono state calate dall'alto da parte di grandi sponsor, con il fine di farsi pubblicità.</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
Abbiamo assistito all'organizzazione del redbuM art of motion, del barcOLcard world freerun championships, dell'EmPtYv ultimate parkour challenge. I grandi finanziatori hanno rovesciato soldi su società che organizzano eventi, queste hanno pagato pochi spiccioli a una manciata di validi (sprovveduti? venduti?) atleti che i media hanno letteralmente sbranato. Qualcuno osa dire che la sponsorizzazione ha portato qualche beneficio alla disciplina? Qual è stato il fine di tali manifestazioni? chi ne ha beneficiato? e chi ci ha rimesso?</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
I contest che sono ora organizzati "dal basso" (in realtà sarebbe meglio dire "dal mezzo") sono solo delle imitazioni delle grandi manifestazioni, con lo scopo, il più delle volte, di attirare i soldi dei grandi sponsor. Ingolosiscono con premi in denaro, promettono grande visibilità e gli sponsor le alimentano. Chi vi partecipa per quale motivo lo fa? per il piacere della condivisione? per migliorare? se così fosse perché non si ragiona su quali sono le forme più efficienti per il raggiungimento di questi obiettivi? e perchè non si ragiona dall'esterno, dal punto di vista degli spettatori? loro cosa ci guadagnano dall'essere testimoni passivi di evoluzioni ultraumane? e cosa perdono?</div>
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Queste gare finiscono per premiare la spettacolarizzazione e l'esibizionismo. I media sono attratti dal grande potenziale visivo e a loro volta alimentano questi eventi. Ma lo spingere il proprio limite pressati dalla telecamera, dallo speaker o dagli spettatori non è una qualità di rischio decisamente diversa da quella che tutti noi praticanti conosciamo? Sarà un caso che molti dei peggiori infortuni si sono verificati proprio nella cornice di questi eventi? quanti anni dovranno passare prima che si accumulino dati sufficienti a dimostrare quanto i tassi e la gravità degli infortuni cambiano passando dalla "pratica del parkour" alla "gara di parkour"?</div>
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Sostituire il fine della pratica cambia forzatamente il mezzo utilizzato, cioè l'allenamento. Se il salto più spettacolare vince, mi allenerò sui tappeti elastici, ripetendo il salto triplo fino a che il corpo non lo assorbe. Ma il parkour senza il buio, la pioggia, la polvere, il duro e lo scivoloso.. questo parkour sarà ancora la disciplina che vorremo praticare? Non vorremo tornare a rompere un salto protetti soltanto dalla nostra preparazione e saggezza?</div>
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È vero che la competizione non è un male assoluto. Nello sport è spesso una forza positiva, se debitamente canalizzata. Negli allenamenti di parkour è un'energia grezza che può essere utilizzata - soprattutto all'inizio e con grande cautela - per smuovere le acque, per riportare alla luce il proprio spirito guerriero o istinto animale. Ma quando una pratica viene distorta per essere inserita a forza in una cornice competitiva al solo scopo di arricchire chi organizza o trasmette tali eventi, allora non c'è compromesso.</div>
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Crediamo che al momento la nostra disciplina sia ancora troppo giovane. La didattica e la formazione sono ancora in via di sviluppo e ci sono diversi fraintendimenti anche tra i praticanti stessi. La diffusione di gare e contest rischia di compromettere, agli occhi di tanti potenziali praticanti, la visione del parkour e dei suoi potenziali benefici. Pertanto riteniamo che qualunque apertura alla competizione organizzata sia prematura e rischiosa.</div>
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SUPER NATURAL TRAINING (SNT):</div>
<div style="font: normal normal normal 13px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
Fino ad ora abbiamo approfondito quali aspetti negativi traspaiono dalle gare. Se queste ultime, però, hanno mantenuto un così grande impatto sulle persone è evidente che al loro interno mantengono anche delle tematiche costruttive: due sono quelle che abbiamo individuato. La prima è che la prospettiva della gara mantiene alta la motivazione dell'atleta, il quale vede in essa un fine, un obiettivo per il suo allenamento. La seconda è che tramite questi eventi viene innalzato il livello della singola specialità sportiva, permettendo ai partecipanti di confrontarsi con gli altri, prendere coscienza del loro livello ed essere spronati a dare il meglio. </div>
<div style="font: normal normal normal 13px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
Non volendo ricadere in una spirale di critiche sterili, abbiamo pensato ad una soluzione che possa conciliare la tensione dell'uomo a misurarsi, senza lasciare che l'agonismo e i ricchi investitori snaturino la nostra disciplina. </div>
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L'idea del Super Natural Training, non certo rivoluzionaria nel contenuto, è di suggerire periodicamente sfide di condizionamento o tecnica. Il concetto di sfida, infatti, si presta a mantenere viva la motivazione dei praticanti. Al contempo, la condivisione degli stessi obiettivi offre l'opportunità per faticare insieme e confrontarsi, lasciando la possibilità a chiunque di affrontare l'allenamento dando il proprio massimo, qualunque esso sia.</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
Questo progetto nasce soprattutto per garantire allenamenti collettivi tra le varie sedi di Parkourwave, penalizzate dalla distanza geografica. I Super Allenamenti Naturali rappresenteranno per noi Wavers, e per chiunque voglia, un metodo per condividere prove impegnative e cercare di muoverci verso un miglioramento comune.</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
Riusciremo a dimostrare che la sola pratica, la tensione all'automiglioramento e all'esplorazione dei propri limiti sono motivi sufficienti per aggregare una comunità e per mantenere viva la motivazione? E a dimostrare che essere forti significa anche guardare lontano e non accettare proprio tutte le condizioni che il sistema sociale, politico ed economico in cui siamo immersi tende ad imporci?</div>
<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; min-height: 16.0px; text-align: justify;">
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<div style="font: 13.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;">
Perseverare come onde nella pratica e nella divulgazione della disciplina in tutti i suoi aspetti, anche quelli nascosti.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-53187317253033857802013-05-17T15:21:00.000+02:002013-05-17T17:29:35.102+02:00Sulla competizione, di getto..<div style="text-align: justify;">
Negli ultimi dieci anni tante bocche hanno succhiato dal guscio del parkour la polpa che nascondeva. Anche io ho contribuito a succhiare, non posso e non voglio elevarmi a giudice senza macchia: da quando ho cominciato ad insegnare ho accettato diversi compromessi, il più grande dei quali quello di insegnare in cambio di denaro. Non ho però accettato qualsiasi compromesso che mi sia stato proposto, almeno questo va riconosciuto.</div>
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Non sono tanti gli elementi davvero rivoluzionari del parkour: la profondità con cui certi praticanti vi si approcciano non è una caratteristica tipica della disciplina, che ne definisce la natura. Si può torvare lo stesso trasporto in un alpinista, in un centometrista o in un cuoco (già lo dissi una volta). Quindi, cosa davvero lo definisce? Cosa lo rende unico?</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo definisce il fatto di essere un sistema di allenamento basato sull'interazione con l'ambiente in tutte le sue forme, mirato al miglioramento (attraverso la "sfida") della propria capacità di muoversi, nel senso più ampio e profondo del termine. Questo aspetto libero e selvaggio, sebbene naturalmente intriso di quell'autodisciplina cui ogni animale delega la sua sopravvivenza, è ciò che caratterizza il parkour.</div>
<div style="text-align: justify;">
Volete utilizzare questa definizione per asserire il vostro diritto a fare quello che vi piace perchè "il parkour è libertà"? Fatelo, ci perdete voi a non scendere più giù di così..</div>
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<br /></div>
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A renderlo raro, invece, è la sua storia. Nato come una pratica mistica al di fuori del mercato, ha resistito trent'anni accusando solo alcuni colpi e mantenendo intatto quello che qualcuno chiamava "lo spirito del parkour". Ora invece barcolla: competizione dopo competizione, brand dopo brand.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Che il nostro sistema di valori stia crollando non è una novità, <a href="http://blane-parkour.blogspot.it/2012/11/a-call-to-arms.html" target="_blank">un amico lo ha scritto molto chiaramente</a> l'anno scorso. Il parkour sta vivendo una situazione molto simile a quella del freeclimbing negli anni ottanta. Alimentata negli anni sessanta da un gruppo di praticanti che conducevano uno stile di vita hippy, allenandosi duramente e confrontandosi solamente con la roccia, l'arrampicata libera venne successivamente veicolata verso le grandi competizioni internazionali, privilegiando il rapporto agonistico e la competizione tra le persone invece che il viaggio della sfida per la conquista della vetta. Ad oggi sia le competizioni di arrampicata libera sia il "freeclimbing mistico" convivono.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quindi: volete fare le vostre gare di parkour? Fate pure, non posso impedirlo. Sembra che nemmeno tutti gli spiriti forti possano o vogliano più proteggersi dalle competizioni e questo mi amareggia moltissimo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io però rimarrò all'opposizione insieme a tanti altri praticanti, più di quanti se ne vedono su youtube. Il tentativo è quello di conservare gli aspetti davvero rivoluzionari di questa pratica, senza i quali il parkour non è diverso da uno sport freestyle. </div>
<div style="text-align: justify;">
Riusciremo a dimostrare che il parkour e i suoi praticanti sono un'eccezione in questo mondo di sport postmoderni? E a dimostrare che la sola pratica, la tensione all'automiglioramento e all'esplorazione dei propri limiti sono motivi sufficienti per aggregare una comunità e per mantenere viva la motivazione? E, infine, a dimostrare che essere forti significa anche guardare lontano e non accettare proprio tutte le condizioni che il sistema sociale, politico ed economico in cui siamo immersi tende ad imporci?</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Perseverare come onde nella pratica e nella divulgazione della disciplina in tutti i suoi aspetti, anche quelli nascosti.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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PS: Non per appellarmi alle norme (quello che conta è la sostanza), tuttavia alcuni anni fa è stata accettata a larga maggioranza in seno a UISP una definizione di parkour che riporto qui sotto, per chi l'avesse dmenticata o non la conoscesse..<span class="Apple-style-span" style="font-size: 13px;"> </span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<ul style="margin-top: 0cm;" type="disc">
<li class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Il
Parkour / Freerunning / Art du Deplacement è una disciplina fisica non
competitiva il cui obiettivo è di rendere il praticante in grado di
muoversi liberamente attraverso e oltre qualsiasi tipo di terreno
utilizzando a tale scopo solo le capacità del proprio corpo,
principalmente attraverso la corsa, i salti, l’arrampicata e i movimenti
in quadrupedia. Di fatto si concentra sullo sviluppo degli attributi
fondamentali necessari per tali movimenti, tra essi forza funzionale e
resistenza, equilibrio, propriocezione, agilità, coordinazione, precisione
controllo e creatività.<o:p></o:p></li>
<li class="MsoNormal" style="text-align: justify;">È
uno sport che incoraggia l’auto-miglioramento su tutti i livelli,
rivelando i limiti mentali e fisici di ciascuno e simultaneamente offrendo
un modo per superarli. È un sistema per allenare la mente e il corpo al
fine di essere il più possibile funzionali, efficaci e liberi in ogni
ambiente.<o:p></o:p></li>
<li class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Questo
sport mira a promuovere sicurezza, determinazione, auto-disciplina e
auto-stima, e l’assunzione di responsabilità delle proprie azioni.
Incoraggia l’umiltà, il rispetto per se stessi, per gli altri e per
l’ambiente che ci circonda, l’espressività, lo spirito di comunità e
l’importanza del gioco, della scoperta e della sicurezza.<o:p></o:p></li>
</ul>
<!--EndFragment--><br />Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-31365364145605367852012-01-26T18:48:00.002+01:002012-01-26T18:55:43.459+01:00ADAPT 2 - The Mortal Kombat<div class="p1"><div style="text-align: justify;">E' passato parecchio dagli ultimi post seri, lo so.. Forse è cambiato il rapporto tra le cose che penso e quelle che reputo sufficientemente interessanti da rendere pubbliche. Forse mi sto allenando un po' di meno e sono assorbito dall'insegnamento. Ad ogni buon conto ora qualcosa di interessante da scrivere c'è: la farò breve, comunque, non ho voglia di perdermi nei dettagli.</div></div><div class="p2"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">-Day 1, Training Day</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Attività principali: Presentazione del corso, dei partecipanti e degli istruttori, Parkour Jog, lavoro di gruppo e discussione su storia e definizioni della disciplina, combinazioni e pratica di percorsi, discussione sulla paura e il rischio, tecniche di recupero dagli errori, sessione di allenamento "sfida".</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Note: Siamo partiti in 17, tutti validi praticanti, ed in 10 giorni siamo diventati una squadra. E' stato un onore essere seguito da praticamente tutti i lvl3 del mondo. Ho tenuto un pezzo del Parkour Jog, sostanzialmente libera deriva per lo spazio seguendo il leader. La sessione finale è stata tenuta da Chau ed è stata, ovviamente, distruttiva.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">-Day 2, Parkour Essence</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Attività principali: Breaking jumps e riflessioni in gruppo, discussioni su infortuni e prevenzione, discussione sul condizionamento e sull'allenamento in situazioni "diverse dalla norma".</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Note: Ci sono stati proposti 5 movimenti da aprire, tutti decisamente grossi o pericolosi, sono riuscito a portarne a termine solo 2 ed è stato impegnativo, il livello richiesto è molto alto. Dopo la parte sulla rottura dei salti mi sono stortato la caviglia che era già messa male (da un paio di settimane), bestemmie! Come per magia ha cominciato a piovere proprio quando Forrest ci parlava delle opportunità nelle avversità, e via per una sessione sotto l'acqua.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiQoLLa3bn-3D6DGn9T6D1XDZ0ZN1njm5iqWH264hy9e0of8lqReaWxng65kgCoRbPAQTL_qjB49JbkAq72msMFP34Q40Icq0X-1qO9NjVazXLQ12YmvBnEhY5KNHJZWCSGMxeUrNwRGnp/s1600/378118_300669963298208_100000656198413_957778_1558276176_n.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiQoLLa3bn-3D6DGn9T6D1XDZ0ZN1njm5iqWH264hy9e0of8lqReaWxng65kgCoRbPAQTL_qjB49JbkAq72msMFP34Q40Icq0X-1qO9NjVazXLQ12YmvBnEhY5KNHJZWCSGMxeUrNwRGnp/s320/378118_300669963298208_100000656198413_957778_1558276176_n.jpeg" width="320" /></a></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">-Day 3, Training Day 2</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Attività principali: Creatività ed espressione nel movimento, discussioni su flessibilità e mobilità, sessione di condizionamento, secondo capitolo di Breaking Jumps con discussione, secondo capitolo di allenamento "sfida".</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Note: Molto interessanti le attività sulla creatività. Ci hanno fatto scegliere un salto da aprire e ci hanno dato un'ora per farlo, io non sono riuscito a portare a termine il mio salto. Peccato.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">-Day 4 e 5, Coaching Days</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Attività: Metodi e stili di coaching, risoluzione imprevisti, programmazione e progressione, sicurezza e spotting, allenare attraverso "la sfida", ADAPT network. Feedback personali di fine corso.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Note: Attività svolte indoor.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">-Weekend, il lungo riposo</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Ho passato 30 ore a fare stretching e a mangiare bistecche.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">-Assesment Day 1, Physical</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Esame fisico, circa 6 ore di estenuanti esercizi e ripetizioni di tutti i tipi, attentamente controllate dai lvl3. Mai fatto niente di più faticoso in vita mia. La maggior parte dei partecipanti non è riuscita a portare a termine la prova. Una prova davvero intensa e completa.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Note: la prova più dura per me è stata correre 5 km in 25 minuti, stavo morendo! Durante una delle ultime prove, 3 minuti di sedia, ho urlato il mio primo vero (verovero) <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Kiai" target="_blank">Kiai</a>, l'ho davvero sentito proiettare energia.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipv6inWR5Q3JtY9K6M55hxlQpDtp8IVgYdVsIWshZ6lna3wFTRuTtEiycNnqVAMJ0WDBWws5f2gIS_6btDl89rUEpGh6RwEcbAPTTcHBcTcI-MkgIr1_XD-IcTMZQdKHvJYQ282f7EQk4a/s1600/393576_300670606631477_100000656198413_957794_857049768_n.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipv6inWR5Q3JtY9K6M55hxlQpDtp8IVgYdVsIWshZ6lna3wFTRuTtEiycNnqVAMJ0WDBWws5f2gIS_6btDl89rUEpGh6RwEcbAPTTcHBcTcI-MkgIr1_XD-IcTMZQdKHvJYQ282f7EQk4a/s320/393576_300670606631477_100000656198413_957794_857049768_n.jpeg" width="320" /></a></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">-Assesment Day 2, Technical</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Ci è stato richiesto di portare a termine una serie di movimenti (tutti i movimenti tipici del parkour più altri). I movimenti venivano selezionati dai lvl3 e i partecipanti avevano qualche minuto per pensare e 3 tentativi. Ogni movimento veniva accuratamente annotato dai coach per calcolare la percentuale finale.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Successivamente ci sono state prove di libera espressione e di esecuzione di percorsi scelti dai coach. Il livello richiesto è stato molto alto, nessuno di noi ha chiuso tutti i movimenti.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Note: il mio livello di energia era bassissimo, mi trascinavo. Ero tutto sbilanciato dal male alla caviglia e i muscoli chiedevano pietà. Non sono rimasto affatto soddisfatto di come ho portato a termine questa parte.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">-Assesment Day 3, Coaching</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Nella mattinata a turno siamo stati chiamati a tenere una lezione al gruppo e a risolvere i vari problemi che si verificavano (situazioni simulate come incidenti o imprevisti). Successivamente c'è stato un esame scritto su storia, tecnica, sicurezza e altro.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Note: Ho pianificato la mia sessione con Martin (streetmovement.dk) in 2 minuti e l'imprevisto è stato che lui non si è presentato all'inizio della sessione! Non ci si può fidare dei propri collaboratori, al giorno d'oggi!</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">...</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">In generale è stata davvero una prova del fuoco, 10 giorni di combattimenti mortali tra la voglia di fare bene e l'esigenza di permettere al corpo di recuperare.. l'intera sessione è stata sul filo del rasoio, mantenere un livello così intenso per un periodo prolungato può essere un azzardo per chi non è perfettamente preparato. Molti di noi hanno sofferto infortuni (soprattutto da usura) e non hanno potuto completare la sessione. Anche il freddo intenso cui siamo stati esposti per 8 ore al giorno per 10 giorni non ha certo giovato all'efficienza dei nostri muscoli sfibrati!</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">C'è da aggiungere che noi non abbiamo avuto i due mesi di preparazione che sono previsti per le future sessioni. Noi siamo stati gettati in pasto ai leoni, passando da 5 giorni di corso pesante a 3 giorni di esami massacranti e senza avere la possibilità di allenarci in maniera specifica. In futuro, corso ed esami saranno separati da 2 mesi di tempo per prepararsi opportunamente. Tuttavia aver affrontato la sessione pilota senza una preparazione particolare è stata una sfida ancor più interessante, poichè può confermare la bontà del mio normale regime di allenamento e della mia preparazione tecnica (e, viceversa, portare alla luce tutte le aree di problematicità, che poi sono state soprattutto nella tecnica).</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><u>Vorrei invitare tutti coloro che insegnano o che intendono farlo a riflettere su quali sono i requisiti che gli stessi fondatori ci indicano come necessari per intraprendere questa strada.</u> Sono molto contento che il livello richiesto sia stato così alto, confido che in futuro aiuterà a mantenere alta anche la qualità degli istruttori in tutto il mondo.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">E' stato molto interessante anche passare così tanto tempo con validissimi praticanti ed insegnanti da tutto il mondo, spero che in futuro il network di ADAPTati cresca forte ed unito e che riesca a mantenere la disciplina il più vicino possibile alla sua forma originale.</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrP9bithXfIfHow-l2FlBkxJEnhmxjNKtFDKGPApPpaJy0UqlxsDHAKbCYAj7jGWNcGfKVTjId8SaLAN9GOQeSPjsRK3lLl74p3W-bYJ2KQ2T0kikLsrbzioLTe9DgXu419xFo2XvZUqmJ/s1600/392332_10150417661818131_504873130_8693483_1577946286_n.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrP9bithXfIfHow-l2FlBkxJEnhmxjNKtFDKGPApPpaJy0UqlxsDHAKbCYAj7jGWNcGfKVTjId8SaLAN9GOQeSPjsRK3lLl74p3W-bYJ2KQ2T0kikLsrbzioLTe9DgXu419xFo2XvZUqmJ/s320/392332_10150417661818131_504873130_8693483_1577946286_n.jpeg" width="320" /></a></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div class="p1"><div style="text-align: justify;">Un grazie enorme va a Blane e a Shirley che mi hanno ospitato per tutto il tempo!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">PS: sono ancora in attesa del certificato ufficiale da parkourUK, forse ci sarà anche una sorta di report personalizzato (erano anni che non aspettavo la pagella ;)).</div></div>Unknownnoreply@blogger.com9Elephant and Castle51.493281400912451 -0.09628094979859724851.448631400912454 -0.13731594979859724 51.537931400912449 -0.055245949798597246tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-14698129954120354362012-01-07T17:56:00.003+01:002012-01-08T12:42:39.236+01:00New Tech<div style="text-align: justify;">Niente apps per iPhone, due esercizi che sfruttano la tecnologia altrui!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><u>1_ Double Laser Jump: </u></div><div style="text-align: justify;">Il cancello a fotocellula sotto casa si apre e si chiude come una porta normale, non a scorrimento. E' composto da due ante larghe circa 1,5m ciascuna. C'è la possibilità di farne aprire e chiudere una sola al posto che entrambe e la velocità di chiusura è abbastanza alta. Le fotocellule sono mal disposte per inserirsi nel corridoio di ingresso del palazzo: sono ad una distanza di circa 1,8m e ad un altezza di circa 80-90cm.</div><div style="text-align: justify;">Nel momento in cui metà cancello comincia a chiudersi (chiudendosi si avvicina) bisogna saltare la prima fotocellula, compiere un rapido passo laterale per passare tra le ante che si chiudono e poi saltare la seconda fotocellula. Se il cancello finisce di chiudersi, la ripetizione è stata buona.</div><div style="text-align: justify;"><u>Variante Light Saber:</u></div><div style="text-align: justify;">La variazione più difficile che ho sbloccato finora.. L'inizio è quello del Double Laser Jump ma al posto del secondo salto si rotola sotto la fotocellula e, appena superata, si spicca un salto per tornare indietro. La ripetizione è buona se si riesce a toccare il cancello prima che si chiuda.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><u>2_ Polifemo</u></div><div style="text-align: justify;">Un grande esercizio, se scrivessi tutti i pro di questa prova finirei domani, quindi provatelo e capirete da soli!</div><div style="text-align: justify;">Il nemico è un sensore di movimento con alogena integrata, una di quelle cosine che quando camminate in un vicolo buio, improvvisamente vi illuminano a giorno. Beh, io ne ho trovata una che mi sembra essere <a href="http://www.theben.it/var/theben/storage/ilcatalogue/files/pdf/datasheet_1020963_it.xml.pdf" target="_blank">questa qui</a>.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="http://www.theben.it/var/theben/storage/ilcatalogue/files/images/image.product.detail_IM0000655.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://www.theben.it/var/theben/storage/ilcatalogue/files/images/image.product.detail_IM0000655.jpg" width="168" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">L'obiettivo è semplice, attraversare l'area del sensore senza far accendere la luce.</div><div style="text-align: justify;">Cose che bisogna sapere:</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><ul><li style="text-align: justify;">questo genere di sensore rileva i raggi infrarossi passivi (PIR). In altre parole reagisce alle rapide variazioni nell'irradiazione di calore, come quelle generate dal movimento di una persona</li>
<li style="text-align: justify;">diversi modelli hanno diversi range di rilevamento, dai 100° ai 360°</li>
<li style="text-align: justify;">molti hanno anche un sensore anti intrusione che rileva il movimento direttamente sotto al sensore</li>
<li style="text-align: justify;">i movimenti che procedono trasversalmente rispetto al sensore vengono rilevati più facilmente rispetto ai movimenti che procedono frontalmente</li>
<li style="text-align: justify;">maggiore è l'altezza del sensore maggiore è l'area di rilevamento, ma si abbassa la sensibilità</li>
</ul><div><div style="text-align: justify;">Al momento (è un paio di mesi che sto lavorando su Polifemo, avrò fatto solo 2 o 3 sessioni) sono riuscito solo a penetrare circa metà dell'area del sensore ma non sono ancora riuscito ad attraversarla incolume. Sostanzialmente se si procede così lentamente da simulare una naturale variazione ambientale degli infrarossi freghiamo il sensore. Il problema è che bisogna procedere dannatamente piano. Oggi sono arrivato al punto più vicino al sensore mai raggiunto, ho percorso circa 1 metro e mezzo in qualcosa come 3 minuti, ovvero procedendo ad una velocità di circa 0,0083m/s.</div></div><div><div style="text-align: justify;">Consigli: bisogna rilassarsi, tensioni muscolari inutili stancano. E poi con la musica è più facile tenere il ritmo. Occhio che, anche se la velocità angolare della coscia e del piede è la stessa, il piede si muove molto più velocemente!</div></div><div><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div><div><div style="text-align: justify;">Buon allenamento..</div></div>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-84266945298015443222011-08-15T11:57:00.002+02:002011-08-15T11:57:00.228+02:00Conferenza all'ordine degli Architetti<div style="text-align: justify;">Ecco la mappa che ho utilizzato come riferimento per il mio intervento sul parkour ad una conferenza tenutasi qualche mese fa a Milano, presso la sede dell'ordine degli Architetti. Magari a qualcuno interessa.</div><div style="text-align: justify;">Purtroppo i link non sono attivi perchè qui posso solo caricare un immagine, nella versione originale tutti i link erano cliccabili e reindirizzavano a materiale vario multimediale.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9NPYUqN5LJXgAlUWR_AfGY-aIw9U2wZhoH1GMKlIvaDV22NxuNUqy9-4XyI8qGxvLKw66iI5kU1pW7uN5F7IlZxiJWCc_6xD1rOHTeX00fd18M6gn2Y7Z9SK_04AZhuaJnvZor5xbLkzt/s1600/parkourmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9NPYUqN5LJXgAlUWR_AfGY-aIw9U2wZhoH1GMKlIvaDV22NxuNUqy9-4XyI8qGxvLKw66iI5kU1pW7uN5F7IlZxiJWCc_6xD1rOHTeX00fd18M6gn2Y7Z9SK_04AZhuaJnvZor5xbLkzt/s320/parkourmap.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-5726193408516650742011-08-04T11:50:00.001+02:002011-08-04T11:50:00.389+02:00Nuove esplorazioni e strane quadrupedieNella pancia della mia signora, il Jimbo..<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPEWqlk7vBMXhd7ga4XOsxTsslwNHX4rUenx8SyMQ0M5LXRzL79tEDkEEsBLaR_YvhrM75heVL89NgMfxiy3tUxDI18f7aMchaJAyqRm4V0aN_6kAd4PdgpMXtkvN4YUWuuQ-ZHMC1Nrzz/s1600/IMG_1071.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPEWqlk7vBMXhd7ga4XOsxTsslwNHX4rUenx8SyMQ0M5LXRzL79tEDkEEsBLaR_YvhrM75heVL89NgMfxiy3tUxDI18f7aMchaJAyqRm4V0aN_6kAd4PdgpMXtkvN4YUWuuQ-ZHMC1Nrzz/s320/IMG_1071.jpg" width="239" /></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHf6D59mc2Ux8ueoMFKV4cJFhbdsw59keDRQ8c_QEfT4CmDPFdqRtH8P3SiAUabLfh3G4vVvr5mXpiMtSGN9Yt25t-uaGstCWDV7O1IWWhUII9LUMMgIrJ_g1_KosnILmTsMWgh_v6viEO/s1600/IMG_1083.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHf6D59mc2Ux8ueoMFKV4cJFhbdsw59keDRQ8c_QEfT4CmDPFdqRtH8P3SiAUabLfh3G4vVvr5mXpiMtSGN9Yt25t-uaGstCWDV7O1IWWhUII9LUMMgIrJ_g1_KosnILmTsMWgh_v6viEO/s320/IMG_1083.jpg" width="320" /></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTnLIO51qcEFzdDPdTiIWr5wvIGfaJM6mRdqQsp7Q4Lr94UFht0h8bVSjCxOkzgWNug20ZVhao6x0lr0ea0Hn6zPHY4BrTTGs-l7oCA8o7PKeYVaK2jecJ9hBR-mVi1GivzVnf1830y6en/s1600/IMG_1088.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTnLIO51qcEFzdDPdTiIWr5wvIGfaJM6mRdqQsp7Q4Lr94UFht0h8bVSjCxOkzgWNug20ZVhao6x0lr0ea0Hn6zPHY4BrTTGs-l7oCA8o7PKeYVaK2jecJ9hBR-mVi1GivzVnf1830y6en/s320/IMG_1088.jpg" width="320" /></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYMkMEehypa8QTHlYxQccE0AnI2NUQGwstcuhsUwnulbcFCY3_jHa_OsXOTxqskbAPd7q3cVaFKN4WE7OwI6RbzOJJeHNkVhDM1ON4XMpdJtWuZcHduk2OYXlrzaWHFV3qU3BfYXJuKzPj/s1600/IMG_1090.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYMkMEehypa8QTHlYxQccE0AnI2NUQGwstcuhsUwnulbcFCY3_jHa_OsXOTxqskbAPd7q3cVaFKN4WE7OwI6RbzOJJeHNkVhDM1ON4XMpdJtWuZcHduk2OYXlrzaWHFV3qU3BfYXJuKzPj/s320/IMG_1090.jpg" width="320" /></a></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-41939772828829263742011-07-25T11:50:00.000+02:002011-07-25T11:50:02.319+02:00Just a JumpMini clip, preso quasi a caso, di un salto che mi chiamava da qualche mese..<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='400' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/fvHJjNgdBS4?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div><br />
<br />
Piani fissi, il più ampi possibili; niente obiettivi distorcenti; movimenti interi non montati a mosaico. Velocità naturale e audio naturale. Dichiaro che il movimento è stato aperto sotto l'occhio della telecamera ed è stato ripetuto altre 4 volte. I take nel video sono il secondo, il quinto ed il terzo.<br />
<br />
Avanti con i<a href="http://squaloragnoelefantegatto.blogspot.com/2011/01/propositi.html"> buoni propositi</a>!Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-16610398728367859492011-01-05T10:50:00.000+01:002011-01-05T10:50:22.177+01:00Propositi<div style="text-align: justify;">Beh, eccomi entrare nel settimo anno di pratica di Parkour, è stata una bellissima avventura fino a qui. Tante soddisfazioni, pochi incidenti (e mai gravi), un sacco di bella gente e tanti discorsi interessanti. Ma ora.. Ora un cazzo, si va "in avanti coma sempre", è solo che.. Beh, la curva della prestazione sta cambiando, non si può negare. Malgrado la maturità muscolare si raggiunga sui tren'anni, i tempi di recupero si allungano e le articolazioni si consumano, inesorabilmente. Sento che il tempo per fare le cose che voglio fare si accorcia e così non mi rimane che accellerare, sperando di prendere quello che riesco prima di dovermi acontentare di mantenere ciò che ho.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEdwwWFNzFMOIuRCrCKeARmPKPcf5c1CF1wdT9ZRcPdglBBSGW7vuRlJiuGVsNheXL_stzsHq4zxEX9mW8GYm_Ftkg65bnUutHROIfK6he9PKfDZ6rXZjyswxTMI9c0u9UFihuFFS0pqMK/s1600/DSCN9918.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEdwwWFNzFMOIuRCrCKeARmPKPcf5c1CF1wdT9ZRcPdglBBSGW7vuRlJiuGVsNheXL_stzsHq4zxEX9mW8GYm_Ftkg65bnUutHROIfK6he9PKfDZ6rXZjyswxTMI9c0u9UFihuFFS0pqMK/s320/DSCN9918.JPG" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Non mi rimane, così, che formulare degli obiettivi ed impegnarmi per portarli a termine. Mi rendo conto che potrei lavorare su ogni dettaglio per 50 anni e avere ancora da imparare, ma ci sono degli aspetti che più passa il tempo più diventano difficili o pericolosi da migliorare; ho tutta la vita per aumentare la mia resistenza nella corsa, ma ho ancora "pochi" salti di fondo nelle ginocchia. Ecco i miei buoni propositi per il 2011:</div><ul style="text-align: justify;"><li>Tecnica. In 7 anni la tecnica che ho allenato meno sono i salti di fondo. Quindi tanto condizionamento per le gambe e tanti salti di fondo. Adesso o mai più..</li>
<li>Equilibrio. Voglio prendere la verticale su una mano.</li>
<li>Forza. Voglio una trazione monobraccio.</li>
<li>Mente. Voglio ridurre il tempo di "apertura" di ogni nuovo salto.</li>
<li>Trick. Voglio portare fuori un sideflip sicuro.</li>
</ul>Unknownnoreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-17874559660643674282010-12-30T14:33:00.001+01:002010-12-30T14:33:43.898+01:00Sweet'n'sour<div style="text-align: justify;">- Ogni tanto anche il "bisogno" di dimostrarsi qualcosa si può lasciare a casa -, sempre che il più delle volte ce lo si porti dietro e si sappia come sfruttarlo a proprio vantaggio. <a href="http://squaloragnoelefantegatto.blogspot.com/2010/12/in-tha-pagliaccio.html">In tha pagliaccio</a> è stato un giochino, una serata libera, l'allenamento è ben altro.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Sweet'n'sour (agrodolce) sintetizza un po' l'emozione di un allenamento duro, la dolcezza del sentirsi in pace, di essere totalmente presenti e l'asprezza della fatica, delle nuove ferite che ci stiamo facendo. In un buon allenamento bisogna porsi un obiettivo, calcolando di spingere il limite un po' più in là dell'allenamento precedente; la disciplina ci permette di spremere corpo e mente per superare un nuovo traguardo. D'altra parte il Parkour senza il condizionamento - mentale e fisico - non sarebbe il Parkour.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nello specifico. Il movimento in questione, un salto di braccia su una colonna, è stato "sbloccato" solo il giorno prima che venisse girato il video. Ho pensato che ripetere un movimento appena aperto che richiedesse circa l'80% delle mie capacità sarebbe stato una bella prova: oltre a sottoporre il corpo ad un forte stress, avrebbe richiesto una dose di concentrazione molto alta e costante. Ho deciso di farne solo 100 perchè sapevo che avrei subito considerevoli impatti, soprattutto alle articolazioni delle braccia.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><object height="300" width="400"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/CHKwd3EeKTE?hl=it&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/CHKwd3EeKTE?hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="400" height="300"></embed></object></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Risultato: ho portato a termine le mie 100 ripetizioni in 50 minuti, affrontandole a blocchi di 5 (più o meno). L'aspetto limitante, come avevo immaginato, è stato l'infiammazione dei tendini, soprattutto dei gomiti: il rapido bloccaggio necessario a rimanere attaccati alla colonna è tremendo e ripeterlo 100 volte consuma. Intorno alla settantesima ho cominciato ad accusare, e ho dovuto prolungare un po' i tempi di recupero. Per quel che vale penso che i muscoli e la testa avrebbero retto altre 200 ripetizioni. Tornato a casa mi sono spalmato un po' di <a href="http://www.farmamica.com/store/dettview1.php?id=603">capidol</a> e mi sono bevuto un paio di medie di <a href="http://squaloragnoelefantegatto.blogspot.com/2009/06/equisetum-arvense.html">pozione equiseto</a>; dopo un paio di giorni di riposo gomiti e spalle sono pronti per il prossimo allenamento.</div>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-7150173689916450092010-12-07T15:07:00.000+01:002010-12-07T15:07:27.871+01:00In tha Pagliaccio<div style="text-align: justify;">Ogni tanto anche il "bisogno" di dimostrarsi qualcosa si può lasciare a casa. Si può uscire, la notte fredda e bagnata, e improvvisare, lavorare sulla percezione, godere della situazione, derivare psicogeograficamente. E così niente virtuosismi, sequenze sporche ed improvvisate, spot nuovi nuovissimi, nel "mio" nuovo quartiere. Quest'uscita è stata un po' come la prima strusciata sul nuovo albero, sto segnando il mio nuovo territorio di allenamento :)<br />
Per quanto riguarda la musica: l'idea originale era senza audio, solo che era troppo noioso e ho optato per una versione più friendly. Il video è stato realizzato in una sera, un'oretta di esplorazione. Mai sottovalutare il freddo e l'umido, sotto le scarpe e sulle dita; rendono movimenti simili molto diversi.</div><br />
<object height="300" width="400"><param name="movie"
value="http://www.youtube.com/v/7JCggZPzNfc?fs=1&hl=it_IT"></param><param
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src="http://www.youtube.com/v/7JCggZPzNfc?fs=1&hl=it_IT"
type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always"
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height="300"></embed></object>Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-47592814415221155102010-11-12T12:38:00.000+01:002010-11-12T12:38:54.343+01:00Articolo per BergamoUP<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWETKC3fSGwO57KD8_jBatLCHv6-PY68THOQGB1lhrpIT4fEVV-10dawyAK2iWrghOArsXm2uS8te7mxkF3JEctkWrT8RYwdpY8SdnHqX9sLjpCoNTKWUkizN571VC42cC9Q6QfMIXi08M/s1600/63849_1612988167166_1310138963_1642560_5718203_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWETKC3fSGwO57KD8_jBatLCHv6-PY68THOQGB1lhrpIT4fEVV-10dawyAK2iWrghOArsXm2uS8te7mxkF3JEctkWrT8RYwdpY8SdnHqX9sLjpCoNTKWUkizN571VC42cC9Q6QfMIXi08M/s320/63849_1612988167166_1310138963_1642560_5718203_n.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Recentemente ho avuto modo di scrivere un piccolo articolo per la rivista BergamoUP. Se siete della provincia vi consiglio di prenderlo, le fotografie rendono. Altrimenti ecco per tutti gli interessati, la versione digitale (<a href="http://parkourwave.com/news/parkourwave-su-bergamoup/">scaricabile qui</a>).</div>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-83935445515030197062010-09-16T19:30:00.000+02:002010-09-16T19:30:01.334+02:00Via un po' di sassi dalle scarpe..<ul style="text-align: justify;"><li>Perchè sto attivando dei corsi, dopo che per anni ho criticato i corsi di parkour?</li>
</ul><div style="text-align: justify;">La scena del parkour in Italia esiste solo da 6 anni, da quando cioè, il primo workshop di parkour è stato fatto (2005, ). Da subito corsi di parkour sono sbucati in tutta Italia, alcuni addirittura rilasciavano certificati per l'insegnamento e altre patacche. Di fatto chi insegnava parkour aveva alle spalle si e no qualche anno di pratica e, ad andar bene, esperienze in altri campi. Al tempo nè David Belle nè gli Yamakasi si erano ancora espressi sull'insegnamento, e il metodo di allenamento era ancora poco conosciuto. Fino a qualche anno fa, quindi, ritenevo irresponsabili e fuori legittimità coloro che attivavano corsi di parkour. Ora che sono passati un po' di anni e alcune realtà sono cresciute, allenandosi fin da allora, le cose sono un po' diverse. Il parkour è entrato nei media e sempre più ragazzi ci si avvicinano, pericolosamente, da youtube. A questo punto credo che un corso di parkour, tenuto da un traceur esperto, sia il modo migliore (ma non l'unico possibile) per avvicinare un neofita a questa disciplina. Quindi ho deciso di attivare dei corsi per (1) trasmettere, ad un numero crescente di interessati, il parkour nella giusta maniera, cioè non attraverso immagini facilmente fuorvianti (come spiegato in altri post) ma tramite un rapporto personale (che è l'unico modo per trasmettere qualcosa che va al di là dei semplici movimenti) e (2) per provare a dare un'alternativa di qualità al dilagare di corsi di parkour tenuti da gente poco esperta.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><ul style="text-align: justify;"><li>Perchè ho voluto prendere l'ADPAT? e cosa ne penso delle certificazioni?</li>
</ul><div style="text-align: justify;">La voglia di prendere l'ADAPT ce l'ho avuta sin da quando, in Finlandia ad un meeting, ho appreso in anteprima della sua esistenza. Principalmente la spinta era personale, la voglia di mettersi alla prova e di vedere se i praticanti più esperti del mondo mi ritenevano capace (ok, psicanalizzatemi pure :P). Poi, durante gli anni di attesa e durante le settimane di esame, la mia idea è venuta evolvendosi e ho capito che era necessario un sistema per decidere se legittimare o meno una persona ad insegnare il parkour. Sarò anche ingenuo, ma non credo che dietro alla certificazione di Parkour UK ci sia chissà quale business.. è il tentativo di fare un po' di chiarezza, altrimenti succede come nel mondo delle arti marziali: ognuno apre la sua scuola, tutti litigano su chi insegna lo stile veroe gli studenti non hanno nessuna garanzia di imparare quello che vogliono imparare. Ad ogni buon conto, al momento, non ritengo che chi non sia in possesso di una certificazione non possa o non debba insegnare, certe realtà in Italia sono serie ed affidabili, è solo che non risultano distingubili da tutte le altre, e una rete di conoscenze fidate che si autolegittimano non mi sembra la strada milgiore: rimane un approccio autoreferenziale, locale e pericolosamente italiano.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><ul style="text-align: justify;"><li>Perchè lavorerò anche in palestra, dopo aver deciso di non allenarmici io stesso?</li>
</ul><div style="text-align: justify;">Il fatto che, come già scritto in un post precedente, io non abbia interesse ad allenarmi in palestra non significa che per me la palestra non va utilizzata (anni fa, comunque, la pensavo diversamente.. ero molto più intransigente su questo punto). Ho capito che della totalità delle persone che cominciano a praticare parkour, solo una minoranza arriveranno a capirlo a fondo e a praticarlo seriamente. Ancora, come nelle arti marziali, non tutti i bimbi che si iscrivono al corso di Judo affonteranno mai un incontro agonistico, ciò non toglie che tutti i bambini che praticano ottangano dei benefici personali. Ecco quindi che la palestra diventa uno strumento utile per avvicinare quanta più gente possibile dando a tutti loro la possibilità di scegliere se diventare dei traceur o se rimanere dei praticanti che si mantengono in forma o vogliono lavorare un po' sul loro equilibrio, per esempio.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><ul style="text-align: justify;"><li>Perchè ho fatto la scelta di fare lavori commerciali come show, pubblicità o gli stessi corsi a pagamento?</li>
</ul><div style="text-align: justify;">Eccoci al punto principale di tutta la questione.. è sempre una questione di soldi, alla fine, vero? Purtroppo, vedendo negli anni numerosi traceur smettere di praticare per impegni lavorativi, ho capito che l'unico modo per non smettere di allenarmi e non cominciare a considerare il parkour un hobby domenicale, era quello di far coincidere i miei impegni lavorativi con quelli parkouristici. Ed ecco che, dopo aver ricevuto l'ADAPT, ho innescato la catena di eventi che mi hanno portato a decidere di provare ad avere un ritorno economico che mi permettesse di continuare ad investirci tutto il tempo che avessi voluto, fermo restando la questione sulla deontologia professionale su cui mi sono già espresso in precedenza.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Dedicato ai miei più rigidi critici, il Viruz e la Lulu, e a tutti coloro che vanno a fondo se non vedono chiaro.</div>Unknownnoreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-4714573375751476662010-08-24T12:26:00.001+02:002010-08-24T12:33:44.725+02:00Il giusto valore all'Estetica?<div style="text-align: justify;">Ricordo con precisione che David Belle, in un'intervista (mi pare una nella trasferta a NY), sottolinea come lo "stile" di un movimento sia da mettere in secondo piano rispetto alla capacità di portare a termine un "problema"; cioè bisogna concentrarsi più sulle qualità fisiche che ci permettono di compiere uno o più movimenti grossi (esplosività, resistenza, focus, sicurezza ecc..) piuttosto che affinare la leggerezza, le coordinazione e la tecnica che ci permettono di mantenere un flow perfetto. Comprendo qual'è il punto di vista di David Belle, è mosso dall'utilitarismo puro: un pompiere che salta da un tetto e si salva la vita, 'fanculo al flow! Però..</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://nfggames.com/gallery/d/567-2/Parkour1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="132" src="http://nfggames.com/gallery/d/567-2/Parkour1.jpg" width="200" /></a></div>Secondo me alcuni canoni estetici (si parla di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Estetica">estetica naturale</a>) ci si sono impigliati nei geni, durante il lungo periodo in cui gli ominidi si sono evoluti potrebbe essersi fissato un senso estetico per i movimenti fatti bene, curati e sicuri. Il valore adattativo di questo senso estetico è presto detto: riconosco il bello in un movimento ben eseguito (leggi sicuro, silenzioso e efficiente), cerco di imitare il bello (leggi mi focalizzo sull'efficienza dei miei movimenti). Ovviamente è tutto un castello di carte, il mio.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.supertightstuff.com/wp-content/uploads/2009/03/parkour-featured-pic.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="112" src="http://www.supertightstuff.com/wp-content/uploads/2009/03/parkour-featured-pic.jpg" width="200" /></a></div>Rimane il fatto che molti praticanti, come me, cercano nel parkour non solo un sistema integrato per superare gli ostacoli, ma una disciplina totale, che ci permetta di continuare a crescere, sempre. Ecco quindi che il "flow" acquista un posto importante nel mio parkour. Il valore dello "stile", che riconosciamo subito come estetico quando lo vediamo da fuori, è duplice quando lo analizziamo da dentro: è un buon modo per essere sempre focalizzati sul momento presente, sul movimento che si sta eseguendo e non su quello che ci aspetta tra pochi secondi, e un metro che ci permette di misurare quanto "<a href="http://squaloragnoelefantegatto.blogspot.com/2010/05/idee-e-schemino.html">possediamo il movimento</a>".</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>Discipline is not so much about imposing something than focusing on what you do and try to give what you do some efficiency and style. So there's no like "I focus now because I'm training". Training is all the time and never ends, especially regarding the little details of life. If we take a seat, we try to be as silent and light as possible. If we open a door, same. We want to use a few energy as possible in the daily routine. We want to break the daily routine by being aware. That's discipline. </blockquote></div><br />
PS: Tra le due fotografie, quale movimento appaga maggiormente il vostro senso estetico? ;)Unknownnoreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-85881860055361975292010-08-04T18:39:00.001+02:002010-08-04T18:43:29.075+02:00Piccoli regali all'ego..<div style="text-align: justify;">Lo so, lo so, ma ho una buona scusa. Il videino (una giornata tra riprese e montaggio) che ho prodotto è dedicato a tutti i bergamaschi che spingono qualcosa, che lo fanno da tempo e con fotta, perchè la nostra è una promessa reciproca: tu spingi la tua roba che noi spingiamo la nostra, e tutti insieme siamo orgogliosi e contenti. Forse dall'esterno sembrerà un po' strano, ma la scena underground bergamasca è, per quanto possibile, integrata e solidale. Bergamo è un buco, ci si conosce tutti e ci si spinge. Troppo tempo è passato dalle mie ultime produzioni video e troppa gente continua a chiedermi se ho in programma nuovi video. Io ho provato a spiegargli che meno mi vedono su internet e più mi sto allenando, ma loro rimangono un po' delusi. Ecco quindi un omaggio a tutti i bergamaschi che mi danno la fotta e una piccola concessione al mio ego :) </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><object height="300" width="400"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/-lJ-_3rqGlY&hl=it_IT&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/-lJ-_3rqGlY&hl=it_IT&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="400" height="300"></embed></object></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Più nello specifico, sul video.. (sempre riferito a <a href="http://squaloragnoelefantegatto.blogspot.com/2009/06/idee-sulletica-del-video-di-parkour.html">questa analisi</a>)</div><div style="text-align: justify;">Autosservazione: l'utilizzo di una camera soggettiva porta numerosi vantaggi.. piani sequenza lunghi, sensazione realistica, pochi tagli.. purtroppo diventa difficile apprezzare i movimenti, ecco perchè ho usato un effetto wide, anche se un po' distorcente, permette di vedere almeno un po' il footwork e le mani (comunque più che far sembrare i movimenti più grossi, schiaccia le altezze..). La velocità non è stata modificata mentre non sono riuscito a rinunciare ad una colonna sonora dedicata. Il percorso è stato eseguito realmente in una giornata, "buona la prima" salvo un' eccezzione (non perchè avessi sbagliato ma l'inclinazione della camera era sbagliata). La zona era nota ma i movimenti non sono stati studiati nel dettaglio.<br />
Autovalutazione: 3/5</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">PS: dedicato al passato, presente e futuro del <a href="http://www.pacipaciana.org/">Paciana collective</a>, <a href="http://www.bgsteam.it/47/">BGs Team</a>, <a href="http://www.myspace.com/vocalamity">Vocalamity</a>, <a href="http://www.myspace.com/charlienellagiungla">Check Point Charlie</a>, <a href="http://www.bergamoreggae.org/bgr/">Bergamoreggae</a>, chi dipinge, chi canta, chi balla e chi carezza il vinile, a tutta la Bergamo che spinge e resiste in ogni nuova forma che si possa pensare, se c'è la mente la sostanza rimane antica. Menzione speciale per <a href="http://www.ilbaro.com/">Il Baro</a>, un'ispirazione.</div>Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-89896727077926670962010-07-03T12:35:00.000+02:002010-07-03T12:35:51.845+02:00Ogni tanto vorrei che il parkour fosse come il rap<ul style="text-align: justify;"><li>Ogni tanto vorrei che il parkour fosse come il rap, <b>vorrei che mi permettesse di </b><b>esprimere chiaramente e direttamente </b><b>i contenuti</b> che mi stanno a cuore. Mi piacerebbe inserire nella mia tracciata un paio di rime sugli abusi dei preti o sul sessimo in televisione o sul razzismo della Lega. Vorrei che il mio parkour fosse riconosciuto "conscious" e che chiunque mi ascolti ed abbia voglia di capire, possa farlo, leggendo nero su bianco ciò che penso. Purtroppo il parkour non è questo, anzi. Trovo che la più vera espressione del parkour sia nell'intimità, quando mi muovo attraverso uno spazio proibito, da solo, la sera. Capite bene che 'sta roba <b>non si presta molto nè a farsi strumento di comunicazione </b>nè ad essere ripreso e condiviso. E' da viversi nel presente e basta, è estremamente impermanente. </li>
</ul><ul style="text-align: justify;"><li>Nei giorni scorsi un ragazzino è morto, è caduto dal tetto di una scuola; la cosa mi riempie di amarezza. Non ho assistito al linciaggio mediatico che si è consumato ai danni della mia disciplina, ho voltato lo sguardo, non ho avuto lo stomaco di ascoltare. Oggi, a distanza di qualche giorno, assisto alla reazione della "comunità di parkour di faccialibro". Io stesso non ho resistito a pubblicare il mio sfogo personale, insieme a decine di altri traceur e non. La cosa che mi ha indispettito è l'aver assistito alla nascita improvvisa di "eroi e paladini", protettori della sacra profondità dei valori del parkour. <b>Sembra che di certi aspetti della disiplina ci si ricordi solo quando fa comodo</b>.</li>
</ul><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ora, che cosa c'entra la prima parte con la seconda, vi starete chiedendo.. Bene, eccovi accontentati. Dal momento che il parkour non è come il rap, <b>per noi la veicolazione di un significato è una faccenda molto più delicata</b>, fatta di immagini, parole ed azioni. Quello che dobbiamo fare tutti (prima di scrivere un bel pensierino su facebook) è <b>sforzarci di produrre</b> <b>senso coerente</b>, che sia su un blog o in un video, in una palestra o ad un allenamento. I valori vanno prima di tutto capiti, poi sentiti e poi veicolati. Non si può dire tutto e fare il contrario di tutto, nemmeno in questa italietta berlusconiana. I giornalisti spesso sono pressapochisti, ma molte volte li si lascia fare. Non possiamo permettere che una voce parli di essenzialità mentre si guarda un flip, altrimenti poi quando si parla di autodisciplina e ricerca prudente e costante, la gente starà ad aspettare il prossimo trick, fregandosene del resto. Tutto ci torna addosso, se le immagini di un video sono incoerenti con le parole della voce narrante, è esattamente come <b>quando alle parole non si fanno seguire i fatti</b>. A lungo andare <b>si perde credibilità</b>. Poi, quando la frittata è fatta, pestare i piedi serve a poco. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>Unknownnoreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-89460995004307307162010-06-09T17:29:00.000+02:002011-05-25T12:52:18.433+02:00Do e Jutsu nel Parkour<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Quando chiedevo che mi venisse spiegata la differenza tra il judo e il jujutsu, il mio sensei usava portarmi la metafora della montagna. Cerco di ricordarmela e di scriverla.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCpepRFuolYgajhHriw4B53SPCEpw2W_CmRPT694fw3a_5wnBI_0bxJygfIcNQuVHbZFPNUihlqjcr39jnoKg3_4IOvH1KN5F2o3dw7ced2NlxoLd_4_EpuSwHaOyIoxZFBhLiRez0egPZ/s1600-h/2659_1104612890928_1094937654_30337178_1714719_n.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5345368737825919810" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCpepRFuolYgajhHriw4B53SPCEpw2W_CmRPT694fw3a_5wnBI_0bxJygfIcNQuVHbZFPNUihlqjcr39jnoKg3_4IOvH1KN5F2o3dw7ced2NlxoLd_4_EpuSwHaOyIoxZFBhLiRez0egPZ/s200/2659_1104612890928_1094937654_30337178_1714719_n.jpg" style="cursor: pointer; float: right; height: 200px; margin: 0pt 0pt 10px 10px; width: 150px;" /></a><br />
Per il mio maestro l’arte marziale è come una montagna e il viaggio (la vita) ci conduce verso la vetta. Ma come una montagna vera, una faccia è rocciosa e l’altra collinare, un lato freddo, l’altro assolato. Quando ci si prepara all’ascensione, dal basso, è possibile avere una visione d’insieme e decidere come si vuole salire: per la via più rapida e diretta o per il sentiero più lento e dolce. E’ in questa fase che, di fatto, decidiamo quale è il nostro obiettivo: vogliamo godere del panorama e imparare qualcosa sulla flora e la fauna locale oppure preferiamo acquisire delle tecniche che ci permettano di arrivare in vetta anche nelle condizioni più avverse?<br />
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Ed eccoci al nocciolo della questione, <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Jutsu">jutsu</a> significa metodo, tecnica, il suo obiettivo è esplicitamente funzionale. Dall’altra parte il fine del <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/D%C5%8D_%28Way%29">do</a>, che significa via, sentiero, è quello di raggiungere un certo livello di introspezione, una profonda esperienza della realtà.<br />
Nel Giappone del XIX secolo, con l’era dei samurai al tramonto, la cultura cambiò e la tecnologia rese obsolete, in un modo o nell’altro, le arti di combattimento tradizionali. La gente volle comunque continuare a praticare le arti marziali ma dovette spostare la propria attenzione: questa nuova generazione scelse come scopo principale l’auto-miglioramento e l’elevazione spirituale (<a href="http://www.fightingarts.com/reading/article.php?id=312">vedi anche qui</a>). Successivamente questo cambiamento di obiettivo si tradusse in una ristrutturazione, più o meno marcata, del bagaglio tecnico delle discipline che, di fatto, non avevano più come priorità l’efficacia.<br />
<br />
Veniamo, finalmente, al Parkour. Ritengo che la nostra disciplina si trovi in una posizione privilegiata rispetto alle arti marziali giapponesi. Il jutsu del parkour, infatti, non consiste in una serie di tecniche per lussare le articolazioni o decapitare gli avversari, ma in un sistema generale per superare gli ostacoli dell’ambiente che si attraversa. E’ quindi evidente che il jutsu del parkour può essere applicato nella sua forma più utilitaristica senza che si debba venir meno ai propri principi etici (o senza incorrere in serie conseguenze legali). Praticare il jutsu significa, per me, tracciare dei percorsi in continuità da un punto di partenza ad uno di arrivo prestabiliti, facendo attenzione:</div><ul style="text-align: justify;"><li>Ad applicare la giusta serie di movimenti (per non sprecare energia o tempo)</li>
<li>All’ armonia dei movimenti che si susseguono (perché dalla fluidità del susseguirsi delle tensioni muscolari deriva l’efficacia di una serie di movimenti)</li>
<li>Alla silenziosità degli impatti (perché “no sound, non shock”)</li>
</ul><div style="text-align: justify;">E il do? Beh, il lato più spirituale del parkour si trova nel superamento dei propri limiti mentali, nonché nel continuo rafforzamento della propria volontà di progredire. Lavorare sul do nel parkour, per me, è:</div><ul style="text-align: justify;"><li>Portare a termine esercizi di condizionamento particolarmente faticosi (dal punto di vista fisico ma, soprattutto, da quello mentale) che mi prefiggo (per temprare la mia forza di volontà)</li>
<li>Eseguire singoli movimenti rischiosi, ovvero motoriamente difficili e potenzialmente pericolosi (per sviluppare concentrazione e lucidità nei momenti di stress)</li>
<li>Raffinare le tecniche (per rispondere a un senso estetico e funzionale)</li>
</ul><div style="text-align: justify;">E’ bene ricordare, comunque, che c’è una base comune alle due pratiche: il condizionamento fisico. Nè il justu nè il do hanno modo di esprimersi se il corpo non è pronto ad affrontare gli ostacoli. Per contro, ci sono alcune conseguenze specifiche delle due modalità di allenamento. Allenare il jutsu porta come conseguenza una maggiore adattabilità, un’alta capacità di improvvisazione nonché la possibilità di vedere la città come un tutt’uno ricco di possibilità e non come una serie di ambienti stagni e passaggi obbligati. D’altra parte, sviluppare il do affina la precisione ed il controllo e la possibilità di “sbloccare” passaggi ritenuti impensabili.<br />
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<a href="http://www.noantri.com/wp-content/uploads/2007/09/250px-samurai.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" src="http://www.noantri.com/wp-content/uploads/2007/09/250px-samurai.jpg" style="cursor: pointer; float: left; height: 222px; margin: 0pt 10px 10px 0pt; width: 167px;" /></a>Ritorniamo per un attimo al Giappone: considerando il jutsu come modalità funzionale e il do legato più alla ragione per impegnarsi in combattimento, ci rendiamo conto che pochissimi riuscivano ad armonizzare le due componenti. Questi rari casi non giustificano la convinzione che questa fosse la norma o che, dal punto di vista storico, il jutsu fosse identico al do degli alti fini etici (Da Le antiche arti marziali, Ratti Westbrook).<br />
<br />
La fortuna del Parkour è proprio qui: il do e il jutsu del parkour non sono così difficili da integrare come quelli nelle arti di combattimento giapponese. E’ possibile, per noi, sviluppare insieme le due cose: appoggiandoci al do per sviluppare e dare senso ad una tracciata e tracciando per uscire da una ricerca eccessivamente specialistica o estetizzante.<br />
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PS: in cantiere due video che cercano di chiarire ulteriormente l'argomento.</div>Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-1875684963472720742010-05-28T15:05:00.001+02:002010-05-28T15:06:01.274+02:00Idee e schemino<div style="text-align: justify;">Rielaborando parte del materiale che ho accumulato durante le settimane in Inghilterra e aggiungendo vari pensieri emersi negli ultimi mesi di allenamento, è saltato fuori questo schema. Lo schema è "nato" in inglese e così l'ho lasciato, temendo di perdere qualche concetto nella traduzione. Il tentativo è, una volta ancora, di visualizzare il parkour come disciplina ampia, usando le immagini piuttosto che i paragrafi, cercando di trovare una sintesi esaustiva.</div><div style="text-align: justify;">In questo schemino (fatto a mano libera perchè mi viene più spontateno, è più veloce e istintivo) penso al parkour come la via per diventari maestri dello spostamento (come recita il motto di pkgen, tra l'altro). Per me essere "maestri dello spostamento" è come essere una pietra in bilico sopra una piramide, a sua volta sostenuta da tre pilastri. Senza i pilastri non può esserci la piramide, se la piramide cresce in maniera disarmonica la pietra cade.</div><div style="text-align: justify;">Per quanto riguarda i 3 pilastri del parkour, ho attinto a piene mani dal materiale fornitomi da ParkourUK e scritto dagli Yamakasi, dai Traceur di Lisses e dagli inglesi di PkGen. La piramide, invece, è una mia idea.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://farm5.static.flickr.com/4023/4647541092_4fe304d484_b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="227" src="http://farm5.static.flickr.com/4023/4647541092_4fe304d484_b.jpg" width="320" /></a></div>Unknownnoreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-2884895741096579413.post-26357883737086701062010-05-16T11:06:00.001+02:002010-05-16T11:06:51.708+02:00Affiliazione<div style="text-align: justify;">Giusto per tenere traccia degli eventi. Qualche giorno fa sono entrato a far parte della famiglia allargata del <a href="http://www.parkourgenerations.com/biography.php?p=affiliates">team di ParkourGenerations</a>, Dan mi ha dato ufficialmente il benvenuto a bordo. :)</div><div style="text-align: justify;">Sempre un paio di giorni fa è uscita la notizia sul sito dell'<a href="http://www.apki.it/">apki</a>, eccola qui:</div><blockquote><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">E' con estremo piacere che che a fronte di riorganizzazione ed evoluzione di apki che ci tengono molto impegnati, possiamo raccontare questo grande successo di <b>Gato</b>, alias Federico Mazzoleni, che porta per <b>primo in Italia</b> un riconoscimento importante e un nuovo forte stimolo per procedere sulla strada iniziata: </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ad aprile ha partecipato al corso tenuto da <b>ParkourUK in collaborazione con Parkour Generations</b> per il rilascio della certificazione <b>ADAPT</b> di livello uno. Il corso è durato quattro giorni, ricchi di lezioni teoriche, allenamenti, esami scritti e pratici. </div><div style="text-align: justify;">Inoltre, durante la permanenza, ha anche avuto modo di completare il tirocinio: una serie di lezioni tenute dagli insegnanti di Parkour Generations, alle quali Gato ha partecipato più o meno attivamente in <b>qualità di insegnante</b>, con un accertamento finale rilasciato da un detentore di ADAPT di livello tre (nel caso specifico Forrest).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Alla fine del tirocinio gli è stato comunicato che, insieme alla certificazione di livello uno (che lo qualifica come assistente insegnante), è stata concessa una deroga al livello due (ovvero hanno riconosciuto il livello due in cambio dell' impegno a sostenere il corso in futuro), il che rende Gato<b> insegnante di parkour a tutti gli effetti</b>. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Secondo le stesse parole di coloro che hanno elaborato la certificazione: <b>"ricevere l'ADAPT significa ricevere l'approvazione all'insegnamento della disciplina del parkour/l'art du deplacement dai primi praticanti e insegnanti del mondo, compresi gli Yamakasi e i traceur di Lisses, il luogo di nascita del parkour."</b> Grande onore! </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Gato si dice molto felice e soddisfatto della sua parentesi Londinese di questo Aprile e a parte la nuvola malefica (o provvidenziale) del vulcano islandese, il resto, dice, è andato tutto liscio. In questi giorni, inoltre, è stato annoverato tra gli insegnanti affiliati di Parkour Generations, altro evento che contribuisce a renderlo ancora più esaltato dell'esperienza.<a href="http://www.parkourgenerations.com/biography.php?p=affiliates"> </a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">A tutti coloro che stanno seguendo con fatica e sincerità la strada del parkour che i fondatori ci hanno mostrato e che apki per prima in Italia ha spinto, vuole dire questo: <b>"stiamo avanzando nella direzione giusta! </b></div><div style="text-align: justify;"></div></blockquote>Unknownnoreply@blogger.com5