venerdì 15 maggio 2009

Riguardo all'arte della scherma...

Riguardo all’arte della scherma, un anziano maestro si esprimeva così:

“Nel corso dell’esistenza, la coltivazione di quest’arte richiede la formulazione di una sequenza di livelli.

Al livello più infimo, si ritiene che né noi né gli altri siamo perfettamente addestrati: noi e gli altri siamo incapaci. A questo livello, non si è affatto utili.

Al livello intermedio, non si è ancora utili, però ci si rende conto delle proprie carenze e di quelle degli altri.

Al livello superiore, si è orgogliosi di essere stati assunti, ci si compiace delle lodi e si deplorano le mancanze altrui.

Qui si è finalmente utili.

A un livello ancora superiore, però, si comprende di essere ignoranti, benché gli altri ci ritengono abili.

La maggior parte delle persone rientra in questi quattro livelli.

Tuttavia, esiste un livello che trascende questi quattro:
quello di chi trionfa nella Via, si scopre che i suoi effetti sono infiniti e che l’addestramento non si può mai ritenere concluso. Si comprendono effettivamente le proprie carenze, e non si pensa più alla completezza: si finisce per non coltivare più l’idea dell’orologio, un senso di depressione o di inferiorità.

Il maestro Yagyù Munemori disse:
“Non so come vincere gli altri, ma so come vincere me stesso. Così, oggi, dobbiamo cercare di essere migliori di ieri e, domani, migliori di oggi. Per tutta la vita, giorno per giorno, siamo sempre migliori”.

Y. Tsunemoto, Hagakure epigrammi 40, 41 e 42