giovedì 30 dicembre 2010

Sweet'n'sour

- Ogni tanto anche il "bisogno" di dimostrarsi qualcosa si può lasciare a casa -, sempre che il più delle volte ce lo si porti dietro e si sappia come sfruttarlo a proprio vantaggio. In tha pagliaccio è stato un giochino, una serata libera, l'allenamento è ben altro.

Sweet'n'sour (agrodolce) sintetizza un po' l'emozione di un allenamento duro, la dolcezza del sentirsi in pace, di essere totalmente presenti e l'asprezza della fatica, delle nuove ferite che ci stiamo facendo. In un buon allenamento bisogna porsi un obiettivo, calcolando di spingere il limite un po' più in là dell'allenamento precedente; la disciplina ci permette di spremere corpo e mente per superare un nuovo traguardo. D'altra parte il Parkour senza il condizionamento - mentale e fisico - non sarebbe il Parkour.

Nello specifico. Il movimento in questione, un salto di braccia su una colonna, è stato "sbloccato" solo il giorno prima che venisse girato il video. Ho pensato che ripetere un movimento appena aperto che richiedesse circa l'80% delle mie capacità sarebbe stato una bella prova: oltre a sottoporre il corpo ad un forte stress, avrebbe richiesto una dose di concentrazione molto alta e costante. Ho deciso di farne solo 100 perchè sapevo che avrei subito considerevoli impatti, soprattutto alle articolazioni delle braccia.
 

Risultato: ho portato a termine le mie 100 ripetizioni in 50 minuti, affrontandole a blocchi di 5 (più o meno). L'aspetto limitante, come avevo immaginato, è stato l'infiammazione dei tendini, soprattutto dei gomiti: il rapido bloccaggio necessario a rimanere attaccati alla colonna è tremendo e ripeterlo 100 volte consuma. Intorno alla settantesima ho cominciato ad accusare, e ho dovuto prolungare un po' i tempi di recupero. Per quel che vale penso che i muscoli e la testa avrebbero retto altre 200 ripetizioni. Tornato a casa mi sono spalmato un po' di capidol e mi sono bevuto un paio di medie di pozione equiseto; dopo un paio di giorni di riposo gomiti e spalle sono pronti per il prossimo allenamento.

martedì 7 dicembre 2010

In tha Pagliaccio

Ogni tanto anche il "bisogno" di dimostrarsi qualcosa si può lasciare a casa. Si può uscire, la notte fredda e bagnata, e improvvisare, lavorare sulla percezione, godere della situazione, derivare psicogeograficamente. E così niente virtuosismi, sequenze sporche ed improvvisate, spot nuovi nuovissimi, nel "mio" nuovo quartiere. Quest'uscita è stata un po' come la prima strusciata sul nuovo albero, sto segnando il mio nuovo territorio di allenamento :)
Per quanto riguarda la musica: l'idea originale era senza audio, solo che era troppo noioso e ho optato per una versione più friendly. Il video è stato realizzato in una sera, un'oretta di esplorazione. Mai sottovalutare il freddo e l'umido, sotto le scarpe e sulle dita; rendono movimenti simili molto diversi.