lunedì 28 dicembre 2009

Utilità parte 1 di 2

Quando si discute della cosiddetta "utilità" nel parkour spesso lo si fa in maniera generale, se non addirittura a livello ideale e congetturale. La questione è che per parlare intorno all'utilità, bisogna prima aver chiaro quale sia l'obiettivo dello spostamento in ogni determinato caso considerato.

In natura gli animali si spostano (quelli che possono) per ragioni ben precise: scappano o inseguono, cercano di raggiungere il più velocemente possibile un punto nello spazio (una marmotta che esce da un buco per entrare in un'altra tana), cercano di raggiungere un' area distante (le grandi migrazioni dello gnù), tentano di raggiungere luoghi inesplorati (un lemming che attraversa un lago per trovare più cibo), attraversano un luogo cercando di non essere notati (un coniglio che attraversa un centro abitato) oppure utilizzano le loro abilità per mostrare agli altri quanto sono forti (un macaco dominante). Raggruppo le tipologie di spostamento sopra citate in due insiemi, per chiarezza: lo spostamento propriamente detto (tutti gli esempi tranne l'ultimo) e il display competitivo (l'ultimo).

Per prima cosa vorrei parlare del display competitivo. Malgrado molti siano portati a pensare che nel "civilizzato" mondo di Homo sapiens la competizione non esista più, io la penso in maniera diversa (anche se il problema di quali meccanismi la regolino è quantomai sfaccettato e complesso). Senza parlare di cose più grosse di noi come la globalizzazione, le multinazionali e il neocolonialismo, ma rimanendo nel dominio individuale, la competizione tra esseri umani è onnipresente. Al giorno d'oggi si compete per trovare un posto di lavoro, per guadagnare di più, per riprodursi di più, per avere maggior potere. Ecco che il display competitivo, nel nostro caso espresso dall'abilità di spostarsi, entra in gioco, promuovendo la nostra carriera o aumentando il nostro ascendente su chi ci guarda. In quest'ottica, ovviamente, si inserisce anche il freerun, non solo per le evoluzioni poco utili (ma parecchio appariscenti), ma anche per l'approcio spettacolarizzante che si assume. Ad ogni buon conto tutto ciò rguarda anche il parkour e come viene inteso e praticato in certi frangenti. Alcuni concetti più particolari, in ordine un po' sparso:
  • Il tipico assembramento di freerunners a formare un cerchio all'interno del quale un atleta si esibisce nell'evoluzione più cazzuta. Non trovo espressione migliore per descrivere questo fenomeno di lek: parola che descrive un gruppo di maschi di una specie, radunatisi con l'obiettivo di mostrare la propria "bravura".
  • La ricerca, spesso presente, del modo per rendere ogni movimento il più spettacolare o travolgente possibile, attraverso mezzi tecnologici (obiettivi, slow-motion, musiche, si veda la questione della rappresentazione per una trattazione più dettagliata) o altri display comportamentali (atteggiamenti di esaltazione alla fine di un movimento, ovazioni di gruppo).
  • Per i migliori ci sono in palio parecchi soldi.. si sa che il mondo dello spettacolo paga bene. Entrare nell'ambiente giusto significa anche guadagnare fama, vedere aumentata la propria posizione sociale ed economica.
  • Nell'ottica del display competitivo si può inserire, sotto certi punti di vista, anche il condizionamento.
Concludo precisando che queste riflessioni non hanno nessun valore morale, non sto dicendo che chi agisce per primuovere i propri interessi in questa maniera sia una cattiva persona, assolutamente. Quello che mi preme è che esista consapevolezza di quello che si fa, che quando si parla di utilità (o di libertà), si sappia a cosa ci si riferisce in questi casi.
Per tornare al tema centrale: anche movimenti inutili e spettacolari hanno una loro utilità, ma dal momento che essa non è pertinente allo spostamento, non è il tipo di utilità di cui si parla riferendosi al parkour.

Nel prossimo post affronterò la questione dell'utilità nello spostamento propriamente detto.