giovedì 16 settembre 2010

Via un po' di sassi dalle scarpe..

  • Perchè sto attivando dei corsi, dopo che per anni ho criticato i corsi di parkour?
La scena del parkour in Italia esiste solo da 6 anni, da quando cioè, il primo workshop di parkour è stato fatto (2005, ). Da subito corsi di parkour sono sbucati in tutta Italia, alcuni addirittura rilasciavano certificati per l'insegnamento e altre patacche. Di fatto chi insegnava parkour aveva alle spalle si e no qualche anno di pratica e, ad andar bene, esperienze in altri campi. Al tempo nè David Belle nè gli Yamakasi si erano ancora espressi sull'insegnamento, e il metodo di allenamento era ancora poco conosciuto. Fino a qualche anno fa, quindi, ritenevo irresponsabili e fuori legittimità coloro che attivavano corsi di parkour. Ora che sono passati un po' di anni e alcune realtà sono cresciute, allenandosi fin da allora, le cose sono un po' diverse. Il parkour è entrato nei media e sempre più ragazzi ci si avvicinano, pericolosamente, da youtube. A questo punto credo che un corso di parkour, tenuto da un traceur esperto, sia il modo migliore (ma non l'unico possibile) per avvicinare un neofita a questa disciplina. Quindi ho deciso di attivare dei corsi per (1) trasmettere, ad un numero crescente di interessati, il parkour nella giusta maniera, cioè non attraverso immagini facilmente fuorvianti (come spiegato in altri post) ma tramite un rapporto personale (che è l'unico modo per trasmettere qualcosa che va al di là dei semplici movimenti) e (2) per provare a dare un'alternativa di qualità al dilagare di corsi di parkour tenuti da gente poco esperta.

  • Perchè ho voluto prendere l'ADPAT? e cosa ne penso delle certificazioni?
La voglia di prendere l'ADAPT ce l'ho avuta sin da quando, in Finlandia ad un meeting, ho appreso in anteprima della sua esistenza. Principalmente la spinta era personale, la voglia di mettersi alla prova e di vedere se i praticanti più esperti del mondo mi ritenevano capace (ok, psicanalizzatemi pure :P). Poi, durante gli anni di attesa e durante le settimane di esame, la mia idea è venuta evolvendosi e ho capito che era necessario un sistema per decidere se legittimare o meno una persona ad insegnare il parkour. Sarò anche ingenuo, ma non credo che dietro alla certificazione di Parkour UK ci sia chissà quale business.. è il tentativo di fare un po' di chiarezza, altrimenti succede come nel mondo delle arti marziali: ognuno apre la sua scuola, tutti litigano su chi insegna lo stile veroe gli studenti non hanno nessuna garanzia di imparare quello che vogliono imparare. Ad ogni buon conto, al momento, non ritengo che chi non sia in possesso di una certificazione non possa o non debba insegnare, certe realtà in Italia sono serie ed affidabili, è solo che non risultano distingubili da tutte le altre, e una rete di conoscenze fidate che si autolegittimano non mi sembra la strada milgiore: rimane un approccio autoreferenziale, locale e pericolosamente italiano.

  • Perchè lavorerò anche in palestra, dopo aver deciso di non allenarmici io stesso?
Il fatto che, come già scritto in un post precedente, io non abbia interesse ad allenarmi in palestra non significa che per me la palestra non va utilizzata (anni fa, comunque, la pensavo diversamente.. ero molto più intransigente su questo punto). Ho capito che della totalità delle persone che cominciano a praticare parkour, solo una minoranza arriveranno a capirlo a fondo e a praticarlo seriamente. Ancora, come nelle arti marziali, non tutti i bimbi che si iscrivono al corso di Judo affonteranno mai un incontro agonistico, ciò non toglie che tutti i bambini che praticano ottangano dei benefici personali. Ecco quindi che la palestra diventa uno strumento utile per avvicinare quanta più gente possibile dando a tutti loro la possibilità di scegliere se diventare dei traceur o se rimanere dei praticanti che si mantengono in forma o vogliono lavorare un po' sul loro equilibrio, per esempio.

  • Perchè ho fatto la scelta di fare lavori commerciali come show, pubblicità o gli stessi corsi a pagamento?
Eccoci al punto principale di tutta la questione.. è sempre una questione di soldi, alla fine, vero? Purtroppo, vedendo negli anni numerosi traceur smettere di praticare per impegni lavorativi, ho capito che l'unico modo per non smettere di allenarmi e non cominciare a considerare il parkour un hobby domenicale, era quello di far coincidere i miei impegni lavorativi con quelli parkouristici. Ed ecco che, dopo aver ricevuto l'ADAPT, ho innescato la catena di eventi che mi hanno portato a decidere di provare ad avere un ritorno economico che mi permettesse di continuare ad investirci tutto il tempo che avessi voluto, fermo restando la questione sulla deontologia professionale su cui mi sono già espresso in precedenza.



Dedicato ai miei più rigidi critici, il Viruz e la Lulu, e a tutti coloro che vanno a fondo se non vedono chiaro.