Quando si discute della cosiddetta "utilità" nel parkour spesso lo si fa in maniera generale, se non addirittura a livello ideale e congetturale. La questione è che per parlare intorno all'utilità, bisogna prima aver chiaro quale sia l'obiettivo dello spostamento in ogni determinato caso considerato.


- Il tipico assembramento di freerunners a formare un cerchio all'interno del quale un atleta si esibisce nell'evoluzione più cazzuta. Non trovo espressione migliore per descrivere questo fenomeno di lek: parola che descrive un gruppo di maschi di una specie, radunatisi con l'obiettivo di mostrare la propria "bravura".
- La ricerca, spesso presente, del modo per rendere ogni movimento il più spettacolare o travolgente possibile, attraverso mezzi tecnologici (obiettivi, slow-motion, musiche, si veda la questione della rappresentazione per una trattazione più dettagliata) o altri display comportamentali (atteggiamenti di esaltazione alla fine di un movimento, ovazioni di gruppo).
- Per i migliori ci sono in palio parecchi soldi.. si sa che il mondo dello spettacolo paga bene. Entrare nell'ambiente giusto significa anche guadagnare fama, vedere aumentata la propria posizione sociale ed economica.
- Nell'ottica del display competitivo si può inserire, sotto certi punti di vista, anche il condizionamento.
Concludo precisando che queste riflessioni non hanno nessun valore morale, non sto dicendo che chi agisce per primuovere i propri interessi in questa maniera sia una cattiva persona, assolutamente. Quello che mi preme è che esista consapevolezza di quello che si fa, che quando si parla di utilità (o di libertà), si sappia a cosa ci si riferisce in questi casi.
Per tornare al tema centrale: anche movimenti inutili e spettacolari hanno una loro utilità, ma dal momento che essa non è pertinente allo spostamento, non è il tipo di utilità di cui si parla riferendosi al parkour.
Nel prossimo post affronterò la questione dell'utilità nello spostamento propriamente detto.